“Troppo spesso si parla di rivoluzione digitale e di una conseguente mutazione antropologica della nostra specie di cui saremmo vittime.” Ormai sembrerebbe ovvio parlare di questo fenomeno, tutti hanno almeno un cellulare e un computer a casa per lavoro o per svago personale ma siamo davvero sicuri di usarlo nel modo più appropriato e che questi non ci influenzino troppo nei nostri rapporti con l'altro? Ecco questo si cercherà di capire attraverso uno studio antropologico e dal punto di vista di testimonianze. “Molti guru del web sostengono che ci stiamo muovendo dal mondo analogico, in cui interagiamo con cose e persone, a un mondo fatto di bit, in cui l'interazione avviene in prevalenza attraverso uno schermo. Saremmo insomma in presenza di una frattura senza precedenti. Il digitale sta sostituendo il reale creando un uomo nuovo, depotenziato e privo delle sue vecchie capacità analogiche: ogni volta che introduciamo una nuova tecnologia questa rimpiazza alcune nostre capacità.” Insomma, non paragonerò mai “l'homo digitalis all'homo analogicus.” La nostra natura continua a essere quella di sempre, fatta di neuroni e processi conoscitivi e comunicativi basati sulla nostra materia biologica. Mostreremo tutto questo parlando di come le trasformazioni tecnologiche impattano sul nostro modo di pensare e dei meccanismi profondi che sono alla base dei nostri principi comunicativi. Se da questo punto di vista vi è una visone negativa possiamo anche prenderla da un altro lato e chiederci se davvero “stiamo perdendo tempo su Internet” domanda lecita perché ormai quasi tutte le risposte che cerchiamo ci vengono fornite da siti più improbabili e sta a noi cercare di capire cosa sia verro e cosa sia falso, cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Quando noi osserviamo e leggiamo una notizia o guardiamo un video su Internet siamo davvero in grado di distinguere le così definite “Fake News” da quelle “Vere”? Come già detto sta a noi cercare di capire cosa è vero e cosa è falso perché la nostra mente non può essere sostituita da una macchina in questo caso.​
Antropologia digitale: Serve davvero tanta tecnologia?
SPATOLA, FLAVIO
2019/2020
Abstract
“Troppo spesso si parla di rivoluzione digitale e di una conseguente mutazione antropologica della nostra specie di cui saremmo vittime.” Ormai sembrerebbe ovvio parlare di questo fenomeno, tutti hanno almeno un cellulare e un computer a casa per lavoro o per svago personale ma siamo davvero sicuri di usarlo nel modo più appropriato e che questi non ci influenzino troppo nei nostri rapporti con l'altro? Ecco questo si cercherà di capire attraverso uno studio antropologico e dal punto di vista di testimonianze. “Molti guru del web sostengono che ci stiamo muovendo dal mondo analogico, in cui interagiamo con cose e persone, a un mondo fatto di bit, in cui l'interazione avviene in prevalenza attraverso uno schermo. Saremmo insomma in presenza di una frattura senza precedenti. Il digitale sta sostituendo il reale creando un uomo nuovo, depotenziato e privo delle sue vecchie capacità analogiche: ogni volta che introduciamo una nuova tecnologia questa rimpiazza alcune nostre capacità.” Insomma, non paragonerò mai “l'homo digitalis all'homo analogicus.” La nostra natura continua a essere quella di sempre, fatta di neuroni e processi conoscitivi e comunicativi basati sulla nostra materia biologica. Mostreremo tutto questo parlando di come le trasformazioni tecnologiche impattano sul nostro modo di pensare e dei meccanismi profondi che sono alla base dei nostri principi comunicativi. Se da questo punto di vista vi è una visone negativa possiamo anche prenderla da un altro lato e chiederci se davvero “stiamo perdendo tempo su Internet” domanda lecita perché ormai quasi tutte le risposte che cerchiamo ci vengono fornite da siti più improbabili e sta a noi cercare di capire cosa sia verro e cosa sia falso, cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Quando noi osserviamo e leggiamo una notizia o guardiamo un video su Internet siamo davvero in grado di distinguere le così definite “Fake News” da quelle “Vere”? Come già detto sta a noi cercare di capire cosa è vero e cosa è falso perché la nostra mente non può essere sostituita da una macchina in questo caso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/100951