Teresa Malara, serial number 805141, Thesis supervisor: Giacomo Garzaro Introduction With 47.488 complaints to the Italian insurance body in the year 2023 alone, diseases of the osteomuscular system are the technopathy with the highest incidence and prevalence in the Italian working population. The main aetiological agents of these disorders are the manual handling of loads (MHL) and incongruous postures: the management of these risk factors represents one of the main challenges in the current occupational scenario. In occupational contexts in which the variability of required movements makes it difficult to implement ergonomic solutions, the use of exoskeletons that optimise the activity of lifting heavy loads may be appropriate. The aim of this work is to test the use of three exoskeleton models and to evaluate their effectiveness in terms of preventing musculoskeletal disorders (MSDs) on a sample of workers employed in the collection and disposal of urban waste in a large Piedmontese company. Materials and Methods A sample of 24 workers subject to MHL received three different types of exoskeletons for use during their work activity. These were: a lumbar belt, an active exoskeleton with straps and a metal active exoskeleton. The workers were chosen from: sweepers (25%), single-operator drivers (29.17%), bulky goods movers (29.17%) and logistics workers (16.67%). The subjects were assessed clinically before the trial began and three months after the first visit with a careful anamnestic collection and a complete physical examination with particular attention to the spinal column. Four questionnaires concerning perceived work ability (Work Ability Index, WAI), health status (Short-Form 12, SF-12) and perception of musculoskeletal pain (two adapted versions of the Nordic Musculoskeletal Questionnaire, NMQ-m and NMQm-R) were subsequently administered. All data were collected anonymously and analysed using STATA/SE 18.0 software. No conflicts of interest were found between researchers and exoskeleton manufacturers. Results On the basis of the preliminary data collected, it was possible to compare the sample of workers before and after using the exoskeletons provided for 90 days. The results show an overall improvement in perceived work ability assessed with the WAI questionnaire (T0=40.91, T1=42.58, p=0.24, 95%CI), in health status assessed with the SF-12 (T0=71. 97, T1=73.95, p=0.60, 95%CI) and perceived musculoskeletal pain assessed with the NMQ-m (T0=3.04, T1=2.75, p=0.77, 95%CI) and NMQm-R (T0=1.04, T1=0.79, p=0.38, 95%CI). Discussion and Conclusion Despite the absence of statistically significant data and despite the small sample under study, the introduction of exoskeletons for the lumbar spine in waste collection and disposal activities had a positive effect in reducing the number of MSDs reported by the population in question. In addition, the workers involved reported a greater efficiency of the lumbar band instruments, compared to the active exoskeleton with bands and the active metal exoskeleton. This study highlights the positive impact of exoskeletons in reducing the number of pre-existing complaints in a work population characterised by the high prevalence of such symptoms. It will be appropriate to verify the effectiveness of these instruments also in the prevention of new onset disorders on selected cohorts of younger workers.

Teresa Malara, matricola 805141, Relatore: Giacomo Garzaro Introduzione Con 47.488 denunce all'Ente assicuratore italiano nel solo anno 2023 le malattie del sistema osteomuscolare risultano, ad oggi, la tecnopatia con incidenza e prevalenza maggiore nella popolazione lavorativa italiana. I principali agenti eziologici di tali disturbi risultano la movimentazione manuale dei carichi (MMC) e le posture incongrue: la gestione di tali fattori di rischio rappresenta una delle principali sfide nell'attuale scenario lavorativo. Nei contesti occupazionali nei quali la variabilità dei movimenti richiesti rende difficile l’implementazione di soluzioni ergonomiche può risultare opportuno l’utilizzo di esoscheletri che ottimizzino l’attività di sollevamento dei carichi pesanti. Lo scopo di questo lavoro è di sperimentare l’utilizzo di 3 modelli di esoscheletro e di valutarne l’efficacia in termini di prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici (DMS) su un campione di lavoratori addetti alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti urbani di una grande azienda piemontese. Materiali e Metodi Un campione di 24 lavoratori soggetti a MMC ha ricevuto in dotazione 3 tipi diversi di esoscheletri affinché potessero essere utilizzati durante l’attività lavorativa. I suddetti erano: una fascia lombare, un esoscheletro attivo con fasce e un esoscheletro attivo metallico. I lavoratori sono stati scelti tra: addetti allo spazzamento (25%), conducenti operatori unici (29,17%), addetti al ritiro di ingombranti (29,17%) e addetti alla logistica (16,67%). I soggetti sono stati valutati clinicamente prima che la sperimentazione iniziasse e a tre mesi dalla prima visita con un’attenta raccolta anamnestica e un esame obiettivo completo con particolare attenzione al rachide. Sono stati successivamente somministrati quattro questionari inerenti la capacità lavorativa percepita (Work Ability Index, WAI), lo stato di salute (Short-Form 12, SF-12) e la percezione di dolore muscoloscheletrico (due versioni adattate del Nordic Musculoskeletal Questionnaire, NMQ-m e NMQm-R). Tutti i dati sono stati raccolti in maniera anonima e analizzati attraverso l’utilizzo del software STATA/SE 18.0. Non sono stati riscontrati conflitti di interesse tra ricercatori e aziende produttrici degli esoscheletri. Risultati Sulla base dei dati preliminari raccolti è stato possibile confrontare il campione dei lavoratori prima e dopo l’utilizzo per 90 giorni degli esoscheletri forniti. I risultati evidenziano un miglioramento complessivo della capacità lavorativa percepita valutata con il questionario WAI (T0=40.91, T1=42.58, p=0.24, 95%CI), dello stato di salute valutato con l’SF-12 (T0=71.97, T1=73.95, p=0.60, 95%CI) e del dolore muscoloscheletrico percepito valutato con il NMQ-m (T0=3.04, T1=2.75, p=0.77, 95%CI) e NMQm-R (T0=1.04, T1=0.79, p=0.38, 95%CI). Discussione e Conclusioni Pur in assenza di dati statisticamente significativi e nonostante il ridotto campione in studio, l’introduzione di esoscheletri per il rachide nelle attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha sortito un effetto positivo nella riduzione del numero di DMS segnalati dalla popolazione in oggetto. Inoltre i lavoratori coinvolti hanno evidenziato una maggior efficienza degli strumenti a fascia lombare, rispetto all’esoscheletro attivo con fasce e quello attivo metallico. Il presente studio evidenzia l’impatto positivo degli esoscheletri nel ridurre il numero di disturbi preesistenti in una popolazione lavorativa caratterizzata dall’elevata prevalenza di tali sintomi. Sarà opportuno verificare l’efficacia di tali strumenti anche nella prevenzione di disturbi di nuova insorgenza su coorti selezionate di lavoratori più giovani.

L’uso di esoscheletri per la prevenzione dei DMS in ambito occupazionale: sperimentazione su un campione di lavoratori addetti alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti di una grande azienda piemontese

MALARA, TERESA
2023/2024

Abstract

Teresa Malara, matricola 805141, Relatore: Giacomo Garzaro Introduzione Con 47.488 denunce all'Ente assicuratore italiano nel solo anno 2023 le malattie del sistema osteomuscolare risultano, ad oggi, la tecnopatia con incidenza e prevalenza maggiore nella popolazione lavorativa italiana. I principali agenti eziologici di tali disturbi risultano la movimentazione manuale dei carichi (MMC) e le posture incongrue: la gestione di tali fattori di rischio rappresenta una delle principali sfide nell'attuale scenario lavorativo. Nei contesti occupazionali nei quali la variabilità dei movimenti richiesti rende difficile l’implementazione di soluzioni ergonomiche può risultare opportuno l’utilizzo di esoscheletri che ottimizzino l’attività di sollevamento dei carichi pesanti. Lo scopo di questo lavoro è di sperimentare l’utilizzo di 3 modelli di esoscheletro e di valutarne l’efficacia in termini di prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici (DMS) su un campione di lavoratori addetti alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti urbani di una grande azienda piemontese. Materiali e Metodi Un campione di 24 lavoratori soggetti a MMC ha ricevuto in dotazione 3 tipi diversi di esoscheletri affinché potessero essere utilizzati durante l’attività lavorativa. I suddetti erano: una fascia lombare, un esoscheletro attivo con fasce e un esoscheletro attivo metallico. I lavoratori sono stati scelti tra: addetti allo spazzamento (25%), conducenti operatori unici (29,17%), addetti al ritiro di ingombranti (29,17%) e addetti alla logistica (16,67%). I soggetti sono stati valutati clinicamente prima che la sperimentazione iniziasse e a tre mesi dalla prima visita con un’attenta raccolta anamnestica e un esame obiettivo completo con particolare attenzione al rachide. Sono stati successivamente somministrati quattro questionari inerenti la capacità lavorativa percepita (Work Ability Index, WAI), lo stato di salute (Short-Form 12, SF-12) e la percezione di dolore muscoloscheletrico (due versioni adattate del Nordic Musculoskeletal Questionnaire, NMQ-m e NMQm-R). Tutti i dati sono stati raccolti in maniera anonima e analizzati attraverso l’utilizzo del software STATA/SE 18.0. Non sono stati riscontrati conflitti di interesse tra ricercatori e aziende produttrici degli esoscheletri. Risultati Sulla base dei dati preliminari raccolti è stato possibile confrontare il campione dei lavoratori prima e dopo l’utilizzo per 90 giorni degli esoscheletri forniti. I risultati evidenziano un miglioramento complessivo della capacità lavorativa percepita valutata con il questionario WAI (T0=40.91, T1=42.58, p=0.24, 95%CI), dello stato di salute valutato con l’SF-12 (T0=71.97, T1=73.95, p=0.60, 95%CI) e del dolore muscoloscheletrico percepito valutato con il NMQ-m (T0=3.04, T1=2.75, p=0.77, 95%CI) e NMQm-R (T0=1.04, T1=0.79, p=0.38, 95%CI). Discussione e Conclusioni Pur in assenza di dati statisticamente significativi e nonostante il ridotto campione in studio, l’introduzione di esoscheletri per il rachide nelle attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha sortito un effetto positivo nella riduzione del numero di DMS segnalati dalla popolazione in oggetto. Inoltre i lavoratori coinvolti hanno evidenziato una maggior efficienza degli strumenti a fascia lombare, rispetto all’esoscheletro attivo con fasce e quello attivo metallico. Il presente studio evidenzia l’impatto positivo degli esoscheletri nel ridurre il numero di disturbi preesistenti in una popolazione lavorativa caratterizzata dall’elevata prevalenza di tali sintomi. Sarà opportuno verificare l’efficacia di tali strumenti anche nella prevenzione di disturbi di nuova insorgenza su coorti selezionate di lavoratori più giovani.
The use of exoskeletons for the prevention of MSDs in occupational settings: trial on a sample of waste collection and disposal workers
Teresa Malara, serial number 805141, Thesis supervisor: Giacomo Garzaro Introduction With 47.488 complaints to the Italian insurance body in the year 2023 alone, diseases of the osteomuscular system are the technopathy with the highest incidence and prevalence in the Italian working population. The main aetiological agents of these disorders are the manual handling of loads (MHL) and incongruous postures: the management of these risk factors represents one of the main challenges in the current occupational scenario. In occupational contexts in which the variability of required movements makes it difficult to implement ergonomic solutions, the use of exoskeletons that optimise the activity of lifting heavy loads may be appropriate. The aim of this work is to test the use of three exoskeleton models and to evaluate their effectiveness in terms of preventing musculoskeletal disorders (MSDs) on a sample of workers employed in the collection and disposal of urban waste in a large Piedmontese company. Materials and Methods A sample of 24 workers subject to MHL received three different types of exoskeletons for use during their work activity. These were: a lumbar belt, an active exoskeleton with straps and a metal active exoskeleton. The workers were chosen from: sweepers (25%), single-operator drivers (29.17%), bulky goods movers (29.17%) and logistics workers (16.67%). The subjects were assessed clinically before the trial began and three months after the first visit with a careful anamnestic collection and a complete physical examination with particular attention to the spinal column. Four questionnaires concerning perceived work ability (Work Ability Index, WAI), health status (Short-Form 12, SF-12) and perception of musculoskeletal pain (two adapted versions of the Nordic Musculoskeletal Questionnaire, NMQ-m and NMQm-R) were subsequently administered. All data were collected anonymously and analysed using STATA/SE 18.0 software. No conflicts of interest were found between researchers and exoskeleton manufacturers. Results On the basis of the preliminary data collected, it was possible to compare the sample of workers before and after using the exoskeletons provided for 90 days. The results show an overall improvement in perceived work ability assessed with the WAI questionnaire (T0=40.91, T1=42.58, p=0.24, 95%CI), in health status assessed with the SF-12 (T0=71. 97, T1=73.95, p=0.60, 95%CI) and perceived musculoskeletal pain assessed with the NMQ-m (T0=3.04, T1=2.75, p=0.77, 95%CI) and NMQm-R (T0=1.04, T1=0.79, p=0.38, 95%CI). Discussion and Conclusion Despite the absence of statistically significant data and despite the small sample under study, the introduction of exoskeletons for the lumbar spine in waste collection and disposal activities had a positive effect in reducing the number of MSDs reported by the population in question. In addition, the workers involved reported a greater efficiency of the lumbar band instruments, compared to the active exoskeleton with bands and the active metal exoskeleton. This study highlights the positive impact of exoskeletons in reducing the number of pre-existing complaints in a work population characterised by the high prevalence of such symptoms. It will be appropriate to verify the effectiveness of these instruments also in the prevention of new onset disorders on selected cohorts of younger workers.
BO, MARIO
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