Il microbiota intestinale è coinvolto nel mantenimento dell’omeostasi fisiologica e della salute dell’ospite. La dieta è il principale fattore in grado di modulare la composizione microbica e di conseguenza la produzione di metaboliti. Il triptofano, introdotto con gli alimenti, può essere metabolizzato dal microbiota intestinale producendo diverse molecole e tra queste ha attirato particolare attenzione l’acido indol-3-propionico (IPA). Diversi studi hanno messo in evidenza l’effetto antiossidante di questa molecola, il suo coinvolgimento nel rafforzamento della barriera intestinale e il suo effetto anti-infiammatorio, inoltre, riduce il peso corporeo, migliora l’omeostasi del glucosio ed è coinvolta nella prevenzione della steatosi epatica non alcolica (NASH). Negli ultimi anni è emerso il ruolo dell’IPA nelle patologie cardiovascolari (CVD), sembra che questa molecola sia potenzialmente coinvolta nella patogenesi della disfunzione endoteliale, nell’incremento della pressione arteriosa e nell’insufficienza cardiaca. In questo progetto di tesi si è indagato il ruolo dell’IPA nella disfunzione endoteliale, e dai risultati ottenuti l’IPA non risulta una molecola pro-ossidante ma neanche antiossidante, evidenziando un effetto neutro sul rilascio di specie reattive dell’ossigeno (ROS); tuttavia è risultata in grado di ridurre la produzione di monossido di azoto (NO) attraverso l’inibizione della fosforilazione della ossido nitrico sintasi endoteliale (eNOS). Questo porta a ipotizzare il coinvolgimento dell’IPA nella patogenesi della disfunzione endoteliale con un effetto pro-ipertensivo. Sono ancora necessari ulteriori studi per valutare l’interazione del microbiota e dei suoi metaboliti con il sistema cardiovascolare, ma la dieta rappresenta un fattore chiave su cui intervenire per prevenire le patologie cardiovascolari attraverso il microbiota.

Ruolo dell'acido indol-3-propionico, una molecola derivata dal metabolismo microbico del triptofano, nella disfunzione endoteliale

COSTA, SARA
2021/2022

Abstract

Il microbiota intestinale è coinvolto nel mantenimento dell’omeostasi fisiologica e della salute dell’ospite. La dieta è il principale fattore in grado di modulare la composizione microbica e di conseguenza la produzione di metaboliti. Il triptofano, introdotto con gli alimenti, può essere metabolizzato dal microbiota intestinale producendo diverse molecole e tra queste ha attirato particolare attenzione l’acido indol-3-propionico (IPA). Diversi studi hanno messo in evidenza l’effetto antiossidante di questa molecola, il suo coinvolgimento nel rafforzamento della barriera intestinale e il suo effetto anti-infiammatorio, inoltre, riduce il peso corporeo, migliora l’omeostasi del glucosio ed è coinvolta nella prevenzione della steatosi epatica non alcolica (NASH). Negli ultimi anni è emerso il ruolo dell’IPA nelle patologie cardiovascolari (CVD), sembra che questa molecola sia potenzialmente coinvolta nella patogenesi della disfunzione endoteliale, nell’incremento della pressione arteriosa e nell’insufficienza cardiaca. In questo progetto di tesi si è indagato il ruolo dell’IPA nella disfunzione endoteliale, e dai risultati ottenuti l’IPA non risulta una molecola pro-ossidante ma neanche antiossidante, evidenziando un effetto neutro sul rilascio di specie reattive dell’ossigeno (ROS); tuttavia è risultata in grado di ridurre la produzione di monossido di azoto (NO) attraverso l’inibizione della fosforilazione della ossido nitrico sintasi endoteliale (eNOS). Questo porta a ipotizzare il coinvolgimento dell’IPA nella patogenesi della disfunzione endoteliale con un effetto pro-ipertensivo. Sono ancora necessari ulteriori studi per valutare l’interazione del microbiota e dei suoi metaboliti con il sistema cardiovascolare, ma la dieta rappresenta un fattore chiave su cui intervenire per prevenire le patologie cardiovascolari attraverso il microbiota.
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