L’uso delle specie ornamentali per il fitorisanamento in ambito urbano è una pratica a basso impatto ambientale che può essere sfruttata per la bonifica o per il mantenimento della qualità dei suoli cittadini entro livelli accettabili per la sopravvivenza della biodiversità. Esistono infatti alcune piante ornamentali che, oltre alla loro funzione estetica, possono essere impiegate per rimuovere inquinanti dai terreni in particolare nelle aree urbane, che hanno un incredibile tolleranza e un’ottima capacità di accumulo o degradazione di elementi tossici del suolo. Nel corso degli ultimi anni si sono svolte sempre più prove per cercare di selezionare queste specie che, grazie alle loro capacità sono state definite “iperaccumulatrici”. L’incremento di elementi e metalli nocivi è correlato a quello delle attività industriali e alla presenza maggiore di emissioni da parte dei veicoli. Si definisce così un filone di studio per la progettazione ambientale, che contribuisce ad aumentare le ricerche sulle funzioni ecologiche dello spazio urbano, approfondendo le interazioni tra i cicli naturali e l’ambiente costruito dall’uomo. La stesura di questa relazione si pone dunque alcuni scopi: - Approfondire le problematiche relative all'inquinamento dei suoli urbani. - Illustrare le modalità con cui le piante agiscono nel risanamento dei suoli urbani. - Analizzare alcuni casi studio relativi alla valutazione di specie erbacee ornamentali. L’inquinamento ambientale che si riscontra nelle città è principalmente dovuto alle attività umane che sono aumentate nel corso degli anni dove l’incremento di elementi e metalli nocivi è aumentato seguendo il passo delle attività industriali. Gli inquinanti più dannosi presenti in maggior quantità in ambiente urbano sono principalmente elementi semplici come Cr (Cromo), Cd (Cadmio), Mn (Manganese), Cu (Rame), Mo (Molibdeno), As (Arsenico), Sb (Antimonio), Zn (Zinco) e insieme anche a Pd (Palladio) e Pt (Platino). Questi elementi possono precipitare direttamente sulla superficie del suolo o prima accumularsi nell’atmosfera e successivamente nel suolo trasportati dalle piogge, ed è per questo motivo che la presenza di inquinanti nel suolo rappresenta un rischio veramente importante per la salute dell’uomo. Il progetto di un nuovo tipo di pianificazione di infrastrutture basate sul verde urbano diventa un fattore strategico per ridurre la vulnerabilità del sistema abitato attraverso interventi di ricostruzione e rimodellazione che permettono di valorizzare i suoli inquinati che possono essere ancora ecologicamente efficienti e di rigenerare quelle aree, abbandonate o dismesse, che possono quindi essere sfruttati per fornire servizi ecosistemici all’uomo. Il fitorisanamento dunque è quel processo, che avviene attraverso l’uso di specie vegetali per la stabilizzazione, il trasferimento e la degradazione di inquinanti nei suoli. Esistono differenti strategie che possono essere applicate in funzione della specie impiegata e degli inquinanti presenti e che sono coordinate da sistemi specifici della pianta; infatti, alcune possono assorbire e immobilizzare metalli pesanti e inquinanti organici, mentre altre specie sono capaci di metabolizzare e accumulare contaminanti. Le piante infatti sono in grado di gestire la contaminazione del suolo senza modificarne la sua fertilità e l’impiego di esemplari a rapida crescita può essere utile anche per la produzione di energia come biomassa, quando avranno completato la loro azione e
L'uso delle specie ornamentali per la phytoremediation in ambito urbano
MACHETTO, DAVIDE
2021/2022
Abstract
L’uso delle specie ornamentali per il fitorisanamento in ambito urbano è una pratica a basso impatto ambientale che può essere sfruttata per la bonifica o per il mantenimento della qualità dei suoli cittadini entro livelli accettabili per la sopravvivenza della biodiversità. Esistono infatti alcune piante ornamentali che, oltre alla loro funzione estetica, possono essere impiegate per rimuovere inquinanti dai terreni in particolare nelle aree urbane, che hanno un incredibile tolleranza e un’ottima capacità di accumulo o degradazione di elementi tossici del suolo. Nel corso degli ultimi anni si sono svolte sempre più prove per cercare di selezionare queste specie che, grazie alle loro capacità sono state definite “iperaccumulatrici”. L’incremento di elementi e metalli nocivi è correlato a quello delle attività industriali e alla presenza maggiore di emissioni da parte dei veicoli. Si definisce così un filone di studio per la progettazione ambientale, che contribuisce ad aumentare le ricerche sulle funzioni ecologiche dello spazio urbano, approfondendo le interazioni tra i cicli naturali e l’ambiente costruito dall’uomo. La stesura di questa relazione si pone dunque alcuni scopi: - Approfondire le problematiche relative all'inquinamento dei suoli urbani. - Illustrare le modalità con cui le piante agiscono nel risanamento dei suoli urbani. - Analizzare alcuni casi studio relativi alla valutazione di specie erbacee ornamentali. L’inquinamento ambientale che si riscontra nelle città è principalmente dovuto alle attività umane che sono aumentate nel corso degli anni dove l’incremento di elementi e metalli nocivi è aumentato seguendo il passo delle attività industriali. Gli inquinanti più dannosi presenti in maggior quantità in ambiente urbano sono principalmente elementi semplici come Cr (Cromo), Cd (Cadmio), Mn (Manganese), Cu (Rame), Mo (Molibdeno), As (Arsenico), Sb (Antimonio), Zn (Zinco) e insieme anche a Pd (Palladio) e Pt (Platino). Questi elementi possono precipitare direttamente sulla superficie del suolo o prima accumularsi nell’atmosfera e successivamente nel suolo trasportati dalle piogge, ed è per questo motivo che la presenza di inquinanti nel suolo rappresenta un rischio veramente importante per la salute dell’uomo. Il progetto di un nuovo tipo di pianificazione di infrastrutture basate sul verde urbano diventa un fattore strategico per ridurre la vulnerabilità del sistema abitato attraverso interventi di ricostruzione e rimodellazione che permettono di valorizzare i suoli inquinati che possono essere ancora ecologicamente efficienti e di rigenerare quelle aree, abbandonate o dismesse, che possono quindi essere sfruttati per fornire servizi ecosistemici all’uomo. Il fitorisanamento dunque è quel processo, che avviene attraverso l’uso di specie vegetali per la stabilizzazione, il trasferimento e la degradazione di inquinanti nei suoli. Esistono differenti strategie che possono essere applicate in funzione della specie impiegata e degli inquinanti presenti e che sono coordinate da sistemi specifici della pianta; infatti, alcune possono assorbire e immobilizzare metalli pesanti e inquinanti organici, mentre altre specie sono capaci di metabolizzare e accumulare contaminanti. Le piante infatti sono in grado di gestire la contaminazione del suolo senza modificarne la sua fertilità e l’impiego di esemplari a rapida crescita può essere utile anche per la produzione di energia come biomassa, quando avranno completato la loro azione eFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/100836