Lo scopo del presente studio è analizzare l'evoluzione dei piani di gestione della fauna nelle aree protette, dall'istituzione dei primi Parchi Nazionali ad oggi. Le leggi istitutive dei primi Parchi Nazionali e Regionali ponevano il divieto assoluto di caccia all'interno delle aree protette; la diretta conseguenza fu la crescita della fauna, in particolare in quelle aree prive di predatori e specie competitrici. Tale situazione portò a sostanziali modifiche delle normative originali. Nella seconda parte lo studio si concentra sulla gestione faunistica all'interno del Parco Regionale La Mandria, che risulta essere un esempio perfetto per sottolineare l'importanza della gestione come mezzo di conservazione. Il Parco è circondato da un muro di cinta che permette la conservazione del più grande esempio italiano di bosco planiziale padano ma allo stesso tempo impedisce gli spostamenti della fauna, che senza predatori è libera di proliferare. È stato analizzato l'attuale piano di gestione dei cervidi ed è stato possibile partecipare alle attività di censimento per due anni consecutivi, estate 2017 ed estate 2018, al fine di raccoglie dati per confrontarli con i dati pregressi e studiare l'andamento della popolazione dei cervidi. Attualmente all'interno del Parco La Mandria è possibile praticare solo abbattimenti come sistema di controllo, perché i cervidi hanno contratto un parassita del fegato (Fascioloides magna) e per questo non posso essere spostati altrove e per di più derivano da incroci con Wapiti (Cervus elaphus canadensis), introdotti all'interno del Parco dal re Vittorio Emanuele II e ospiti finali del parassita. Vengono poi confrontati i dati dei censimenti con i dati degli abbattimenti, dall'inizio dell'istituzione del Parco ad oggi. Infine vengono indicate alcune proposte che potrebbero migliorare l'attività di censimento oltre che una metodologia che potrebbe essere utilizzata per stimare indirettamente la crescita o decrescita della popolazione di ungulati.
Piani di gestione della fauna nelle aree protette - Il caso del Parco Regionale La Mandria
INFANTE, ALESSIA
2017/2018
Abstract
Lo scopo del presente studio è analizzare l'evoluzione dei piani di gestione della fauna nelle aree protette, dall'istituzione dei primi Parchi Nazionali ad oggi. Le leggi istitutive dei primi Parchi Nazionali e Regionali ponevano il divieto assoluto di caccia all'interno delle aree protette; la diretta conseguenza fu la crescita della fauna, in particolare in quelle aree prive di predatori e specie competitrici. Tale situazione portò a sostanziali modifiche delle normative originali. Nella seconda parte lo studio si concentra sulla gestione faunistica all'interno del Parco Regionale La Mandria, che risulta essere un esempio perfetto per sottolineare l'importanza della gestione come mezzo di conservazione. Il Parco è circondato da un muro di cinta che permette la conservazione del più grande esempio italiano di bosco planiziale padano ma allo stesso tempo impedisce gli spostamenti della fauna, che senza predatori è libera di proliferare. È stato analizzato l'attuale piano di gestione dei cervidi ed è stato possibile partecipare alle attività di censimento per due anni consecutivi, estate 2017 ed estate 2018, al fine di raccoglie dati per confrontarli con i dati pregressi e studiare l'andamento della popolazione dei cervidi. Attualmente all'interno del Parco La Mandria è possibile praticare solo abbattimenti come sistema di controllo, perché i cervidi hanno contratto un parassita del fegato (Fascioloides magna) e per questo non posso essere spostati altrove e per di più derivano da incroci con Wapiti (Cervus elaphus canadensis), introdotti all'interno del Parco dal re Vittorio Emanuele II e ospiti finali del parassita. Vengono poi confrontati i dati dei censimenti con i dati degli abbattimenti, dall'inizio dell'istituzione del Parco ad oggi. Infine vengono indicate alcune proposte che potrebbero migliorare l'attività di censimento oltre che una metodologia che potrebbe essere utilizzata per stimare indirettamente la crescita o decrescita della popolazione di ungulati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/100700