In Italia il consumo annuo pro-capite di carne ovi-caprina è circa 1 kg, metà rispetto alla media europea, con un grado di auto approvvigionamento pari al 60% e, di conseguenza, vi è una forte importazione di animali vivi e macellati. Il Piemonte, con una consistenza media di circa 110 mila ovini e di 70 mila caprini allevati, rappresenta, rispettivamente, l'1,6% e il 7% del patrimonio nazionale e produce solo il 10% della carne ovi-caprina consumata annualmente nella regione. Scopo dello studio è stato quello di analizzare l'evoluzione delle macellazioni e dei consumi delle carni ovi-caprine in Italia, con particolare riguardo al territorio piemontese, attraverso indagini di campo nelle due principali province zootecniche, Cuneo e Torino. Il lavoro sperimentale è stato svolto prendendo in esame 3 allevamenti rappresentativi delle realtà produttive del settore che vendono prevalentemente la carne direttamente ai privati. Sono state analizzate le loro produzioni, parametri riproduttivi e la destinazione degli animali. Sempre in queste due province, sono stati esaminati 3 macelli di piccoli ruminanti, che rappresentano il 20% della produzione regionale annua di carne ovi-caprina, in cui sono state rilevate le vendite, la destinazione dei capi macellati e il prezzo di acquisto. Lo studio ha confermato che le razze che costituiscono il patrimonio ovino piemontese sono in maggioranza la Biellese e la Sambucana, allevate per la produzione di carne con sistema semi-estensivo, mentre per i caprini, le razze maggiormente allevate sono la Camosciata delle Alpi e la Saanen, utilizzate per la produzione di latte. Va inoltre sottolineato che in Piemonte la carne caprina rappresenta quasi il 40% della carne ovi-caprina prodotta, mentre a livello nazionale è solo il 4%. Dal lavoro è emerso come il prezzo dei capi in stalla subisca notevoli variazioni in base alla destinazione e al periodo dell'anno in cui questi vengono venduti. Il prezzo di acquisto degli agnelli e dei capretti da latte, con un peso vivo medio di 10 kg, destinati a grossisti e macellatori, è di 4,0 ¿/kg durante le festività pasquali e natalizie, mentre scende a 2,0 ¿/kg durante il resto dell'anno. Diversa è la situazione se l'allevatore conferisce agnelli certificati come PAT (es. Agnello Sambucano) ad una cooperativa che si occupa della commercializzazione. In questo caso i prezzi si mantengono costanti per tutto l'anno intorno a 7,0 ¿/kg. Per i capretti il mercato è destinato prevalentemente ai privati, con un prezzo quasi doppio rispetto agli ovini, circa 13 ¿/kg, ai ristoratori, ad un prezzo di 9,0 ¿/kg e alle macellerie, a 6,5 ¿/kg. Per quanto riguarda gli agnelloni (oltre 40 kg di peso) il prezzo di acquisto è di 3,5 ¿/kg durante la Pasqua islamica e 2,0 ¿/kg durante il resto dell'anno. Quando il macellatore destina le carni di agnello e capretto alla GDO il prezzo è di 5,5¿/kg, oppure, se esso possiede uno spaccio aziendale, sono vendute come: tagli singoli, ad un prezzo di 10,0 ¿/kg, carne fresca in piccole quantità (<2 kg) ad un prezzo di 4,0 ¿/kg e, infine, carne fresca in quantità maggiori (>2 kg) ad un prezzo di 2,5 ¿/kg. Quindi, in Italia, ma soprattutto in Piemonte, per riuscire a soddisfare la richiesta di carni ovi-caprine, possiamo incrementare il numero di questi allevamenti che rappresentano ancora un'interessante fonte di reddito e consentono la rivitalizzazione dell'economia locale nelle aree più impervie e aride del Paese.

L'ALLEVAMENTO DEI PICCOLI RUMINANTI: EVOLUZIONE DEL MERCATO DELLA CARNE OVI-CAPRINA IN ITALIA

GULLÌ, CARMINE GIUSEPPE
2018/2019

Abstract

In Italia il consumo annuo pro-capite di carne ovi-caprina è circa 1 kg, metà rispetto alla media europea, con un grado di auto approvvigionamento pari al 60% e, di conseguenza, vi è una forte importazione di animali vivi e macellati. Il Piemonte, con una consistenza media di circa 110 mila ovini e di 70 mila caprini allevati, rappresenta, rispettivamente, l'1,6% e il 7% del patrimonio nazionale e produce solo il 10% della carne ovi-caprina consumata annualmente nella regione. Scopo dello studio è stato quello di analizzare l'evoluzione delle macellazioni e dei consumi delle carni ovi-caprine in Italia, con particolare riguardo al territorio piemontese, attraverso indagini di campo nelle due principali province zootecniche, Cuneo e Torino. Il lavoro sperimentale è stato svolto prendendo in esame 3 allevamenti rappresentativi delle realtà produttive del settore che vendono prevalentemente la carne direttamente ai privati. Sono state analizzate le loro produzioni, parametri riproduttivi e la destinazione degli animali. Sempre in queste due province, sono stati esaminati 3 macelli di piccoli ruminanti, che rappresentano il 20% della produzione regionale annua di carne ovi-caprina, in cui sono state rilevate le vendite, la destinazione dei capi macellati e il prezzo di acquisto. Lo studio ha confermato che le razze che costituiscono il patrimonio ovino piemontese sono in maggioranza la Biellese e la Sambucana, allevate per la produzione di carne con sistema semi-estensivo, mentre per i caprini, le razze maggiormente allevate sono la Camosciata delle Alpi e la Saanen, utilizzate per la produzione di latte. Va inoltre sottolineato che in Piemonte la carne caprina rappresenta quasi il 40% della carne ovi-caprina prodotta, mentre a livello nazionale è solo il 4%. Dal lavoro è emerso come il prezzo dei capi in stalla subisca notevoli variazioni in base alla destinazione e al periodo dell'anno in cui questi vengono venduti. Il prezzo di acquisto degli agnelli e dei capretti da latte, con un peso vivo medio di 10 kg, destinati a grossisti e macellatori, è di 4,0 ¿/kg durante le festività pasquali e natalizie, mentre scende a 2,0 ¿/kg durante il resto dell'anno. Diversa è la situazione se l'allevatore conferisce agnelli certificati come PAT (es. Agnello Sambucano) ad una cooperativa che si occupa della commercializzazione. In questo caso i prezzi si mantengono costanti per tutto l'anno intorno a 7,0 ¿/kg. Per i capretti il mercato è destinato prevalentemente ai privati, con un prezzo quasi doppio rispetto agli ovini, circa 13 ¿/kg, ai ristoratori, ad un prezzo di 9,0 ¿/kg e alle macellerie, a 6,5 ¿/kg. Per quanto riguarda gli agnelloni (oltre 40 kg di peso) il prezzo di acquisto è di 3,5 ¿/kg durante la Pasqua islamica e 2,0 ¿/kg durante il resto dell'anno. Quando il macellatore destina le carni di agnello e capretto alla GDO il prezzo è di 5,5¿/kg, oppure, se esso possiede uno spaccio aziendale, sono vendute come: tagli singoli, ad un prezzo di 10,0 ¿/kg, carne fresca in piccole quantità (<2 kg) ad un prezzo di 4,0 ¿/kg e, infine, carne fresca in quantità maggiori (>2 kg) ad un prezzo di 2,5 ¿/kg. Quindi, in Italia, ma soprattutto in Piemonte, per riuscire a soddisfare la richiesta di carni ovi-caprine, possiamo incrementare il numero di questi allevamenti che rappresentano ancora un'interessante fonte di reddito e consentono la rivitalizzazione dell'economia locale nelle aree più impervie e aride del Paese.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
851256_tesigullicarminegiuseppe.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2.5 MB
Formato Adobe PDF
2.5 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/100613