La Carica papaya è una pianta della famiglia delle Caricaceae; il suo fusto può crescere fino a 10 m di altezza, le foglie sono palmato-lobate e situate alla sommità del fusto, i frutti sono principalmente di due differenti varietà e contenenti semi scuri. La Carica papaya è coltivata principalmente nella fascia tropicale e subtropicale; può essere usata come cibo, ma rientra anche in numerosi integratori alimentari. Le attività attribuite a questa pianta sono dovute ai diversi composti biologicamente attivi contenuti, in differenti percentuali, nelle varie parti della papaya. Il contenuto in composti attivi dipende dall'età della pianta, dallo stato di maturazione, dalle tecniche di coltivazione, dalla varietà della pianta e dal metodo di estrazione. La papaya è una buona fonte di vitamina A, B1, B2, B3, C, E, calcio, fosforo e altri minerali importanti per l'omeostasi corporea (1). Gli estratti di Carica papaya contengono inoltre carotenoidi, alcaloidi, fenoli, glucosinolati e benzilisotiocianato; a quest'ultimo per esempio sono attribuite le proprietà antibatteriche, antifungine e antielmintiche (2). Tra i prodotti più studiati vi sono le preparazioni a base di papaya fermentata, che derivano dalla fermentazione di Carica papaya in presenza di tè verde, succo di limone fresco e un particolare lievito, il Kombucha; questo procedimento permette un arricchimento di sostanze benefiche e rende il composto totalmente assimilabile. Gli usi tradizionali coinvolgono le differenti parti della pianta e diversi estratti ottenuti; le radici di Carica papaya sono usate come purganti, mentre i semi sono usati come antielmintici, abortivi e per ridurre la fertilità, sia maschile che femminile. Gli estratti del frutto della papaya, in alcune medicine tradizionali,sono usati per le loro attività antiipertensiva, antibatterica, antinfiammatoria, diuretica e cicatrizzante (3). Alcune di queste attività sono state indagate tramite studi in vitro e sull'animale, ma spesso a questi non sono seguiti studi sull'uomo. Negli ultimi anni è stato evidenziato come la papaya abbia proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunomodulanti ed è quindi stato ipotizzato che tale pianta possa essere utile nella prevenzione e cura di diverse patologie, a volte correlate all'invecchiamento, come il morbo di Alzheimer, oppure il diabete. Inoltre è stata puntata l'attenzione sulle proprietà chemopreventive della papaya, che in diversi studi in vitro si è mostrata in grado di diminuire la proliferazione di diverse linee cellulari tumorali, influenzando le principali vie di segnale coinvolte nella proliferazione e differenziazione cellulare (4). Ad oggi gli studi clinici condotti sono però molto pochi e quindi i potenziali utilizzi vanno confermati da ulteriori studi condotti su un ampio numero di pazienti.
potenziali utilizzi in terapia della Carica papaya
CARLEVARIS, GIULIA
2014/2015
Abstract
La Carica papaya è una pianta della famiglia delle Caricaceae; il suo fusto può crescere fino a 10 m di altezza, le foglie sono palmato-lobate e situate alla sommità del fusto, i frutti sono principalmente di due differenti varietà e contenenti semi scuri. La Carica papaya è coltivata principalmente nella fascia tropicale e subtropicale; può essere usata come cibo, ma rientra anche in numerosi integratori alimentari. Le attività attribuite a questa pianta sono dovute ai diversi composti biologicamente attivi contenuti, in differenti percentuali, nelle varie parti della papaya. Il contenuto in composti attivi dipende dall'età della pianta, dallo stato di maturazione, dalle tecniche di coltivazione, dalla varietà della pianta e dal metodo di estrazione. La papaya è una buona fonte di vitamina A, B1, B2, B3, C, E, calcio, fosforo e altri minerali importanti per l'omeostasi corporea (1). Gli estratti di Carica papaya contengono inoltre carotenoidi, alcaloidi, fenoli, glucosinolati e benzilisotiocianato; a quest'ultimo per esempio sono attribuite le proprietà antibatteriche, antifungine e antielmintiche (2). Tra i prodotti più studiati vi sono le preparazioni a base di papaya fermentata, che derivano dalla fermentazione di Carica papaya in presenza di tè verde, succo di limone fresco e un particolare lievito, il Kombucha; questo procedimento permette un arricchimento di sostanze benefiche e rende il composto totalmente assimilabile. Gli usi tradizionali coinvolgono le differenti parti della pianta e diversi estratti ottenuti; le radici di Carica papaya sono usate come purganti, mentre i semi sono usati come antielmintici, abortivi e per ridurre la fertilità, sia maschile che femminile. Gli estratti del frutto della papaya, in alcune medicine tradizionali,sono usati per le loro attività antiipertensiva, antibatterica, antinfiammatoria, diuretica e cicatrizzante (3). Alcune di queste attività sono state indagate tramite studi in vitro e sull'animale, ma spesso a questi non sono seguiti studi sull'uomo. Negli ultimi anni è stato evidenziato come la papaya abbia proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunomodulanti ed è quindi stato ipotizzato che tale pianta possa essere utile nella prevenzione e cura di diverse patologie, a volte correlate all'invecchiamento, come il morbo di Alzheimer, oppure il diabete. Inoltre è stata puntata l'attenzione sulle proprietà chemopreventive della papaya, che in diversi studi in vitro si è mostrata in grado di diminuire la proliferazione di diverse linee cellulari tumorali, influenzando le principali vie di segnale coinvolte nella proliferazione e differenziazione cellulare (4). Ad oggi gli studi clinici condotti sono però molto pochi e quindi i potenziali utilizzi vanno confermati da ulteriori studi condotti su un ampio numero di pazienti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10057