Molti paesi del mondo, anche in Europa, hanno approvato la legalità della variante di cannabis ricca di CBD e con una % di THC inferiore allo 0,2%, attualmente legale anche in Italia. Sono nati così, svariati problemi soprattutto nella tossicologia forense, ovvero la branca di tossicologia analitica che si occupa del riconoscimento di agenti che possono causare un'intossicazione o un avvelenamento e della loro quantificazione con finalità legale, sia civile che penale. Il principale interesse è quello di individuare le sostanze attive sul sistema nervoso centrale (SNC), in grado di compromettere non solo i processi mentali ma anche comportamentali dell'individuo e porre pericolo per sé stessi e per la collettività. In questo contesto, attraverso gli studi già esistenti in letteratura, e quelli futuri. si deve cercare di definire il ruolo della cosiddetta ¿Cannabis Light¿, sia riguardo le conseguenze sulla salute dell'individuo che tale prodotto legale può portare, ma soprattutto i rischi che si corrono in seguito all'assunzione se il soggetto venisse sottoposto a controlli tossicologico-forensi durante gli accertamenti medici nelle mansioni, in cui uno stato psicofisico alterato produrrebbe rischi a sé, ma anche a terzi e alla collettività o durante gli accertamenti effettuati dalle Autorità Giudiziarie per la guida in stato di alterazione psicofisica. Il lavoro in oggetto, svolto presso il Centro Regionale Antidoping ¿A. Bertinaria¿ di Orbassano, è consistito nella caratterizzazione di infiorescenze di canapa light presenti sul mercato per verificare se il quantitativo di Δ9-THC riportato sull'etichette coincida con i valori ottenuti mediante metodi quantitativi interni validati. E' stato effettuato uno studio controllato dell'assunzione di cannabis light con lo scopo di ricercare il principio attivo, Δ9-THC e metaboliti, sostanza tabellata nel D.P.R 309/90, e CBD e metaboliti, nelle matrici biologiche prelavate dal soggetto durante il periodo di assunzione prolungato (26 giorni). Sono stati analizzate la matrice urinaria, il fluido orale e la matrice cheratinica del soggetto, con lo scopo di verificare se il soggetto possa risultare positivo ai cannabinoidi ed avere conseguenze legali a seguito dei controlli alla guida di un autoveicolo e durante gli accertamenti medici nelle mansioni specifiche dalla normativa vigente, dove l'uso saltuario o abitudinale di sostanze illecite non è ammesso, con il rischio di essere giudicati non idonei per la mansione svolta.
Aspetti tossicologico-forensi del consumo di "cannabis light" e riscontri analitici in matrice biologica
BAKANOVA, SNEZHANA PETROVA
2018/2019
Abstract
Molti paesi del mondo, anche in Europa, hanno approvato la legalità della variante di cannabis ricca di CBD e con una % di THC inferiore allo 0,2%, attualmente legale anche in Italia. Sono nati così, svariati problemi soprattutto nella tossicologia forense, ovvero la branca di tossicologia analitica che si occupa del riconoscimento di agenti che possono causare un'intossicazione o un avvelenamento e della loro quantificazione con finalità legale, sia civile che penale. Il principale interesse è quello di individuare le sostanze attive sul sistema nervoso centrale (SNC), in grado di compromettere non solo i processi mentali ma anche comportamentali dell'individuo e porre pericolo per sé stessi e per la collettività. In questo contesto, attraverso gli studi già esistenti in letteratura, e quelli futuri. si deve cercare di definire il ruolo della cosiddetta ¿Cannabis Light¿, sia riguardo le conseguenze sulla salute dell'individuo che tale prodotto legale può portare, ma soprattutto i rischi che si corrono in seguito all'assunzione se il soggetto venisse sottoposto a controlli tossicologico-forensi durante gli accertamenti medici nelle mansioni, in cui uno stato psicofisico alterato produrrebbe rischi a sé, ma anche a terzi e alla collettività o durante gli accertamenti effettuati dalle Autorità Giudiziarie per la guida in stato di alterazione psicofisica. Il lavoro in oggetto, svolto presso il Centro Regionale Antidoping ¿A. Bertinaria¿ di Orbassano, è consistito nella caratterizzazione di infiorescenze di canapa light presenti sul mercato per verificare se il quantitativo di Δ9-THC riportato sull'etichette coincida con i valori ottenuti mediante metodi quantitativi interni validati. E' stato effettuato uno studio controllato dell'assunzione di cannabis light con lo scopo di ricercare il principio attivo, Δ9-THC e metaboliti, sostanza tabellata nel D.P.R 309/90, e CBD e metaboliti, nelle matrici biologiche prelavate dal soggetto durante il periodo di assunzione prolungato (26 giorni). Sono stati analizzate la matrice urinaria, il fluido orale e la matrice cheratinica del soggetto, con lo scopo di verificare se il soggetto possa risultare positivo ai cannabinoidi ed avere conseguenze legali a seguito dei controlli alla guida di un autoveicolo e durante gli accertamenti medici nelle mansioni specifiche dalla normativa vigente, dove l'uso saltuario o abitudinale di sostanze illecite non è ammesso, con il rischio di essere giudicati non idonei per la mansione svolta.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
849053_tesisnezhanabakanova.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.52 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/100287