Il rating è un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno l'agenzia di rating, sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti. Attraverso la loro attività, le agenzie veicolano e indirizzano le scelte di investimento o disinvestimento al fine di consentire o impedire l'accesso a determinati mercati. Nel momento in cui un'azienda quotata o uno stato emette un'obbligazione, le agenzie di rating certificano attraverso un parere, la solvibilità della società e il rischio del credito. Queste agenzie, quindi, dovrebbero svolgere un importante ruolo di controllo sul mercato finanziario, in particolare a favore degli investitori, fornendo loro un'informazione che li aiuti a valutare i rischi connessi ad un determinato titolo. Le vicende di Parmalat ed Enron, analizzate nell'elaborato, e la recente crisi della finanza, però, hanno evidenziato la lentezza con la quale le agenzie si accorgono che certi prodotti finanziari sono inaffidabili. Le agenzie sono società quotate in borsa, controllate da gruppi finanziari con interessi borsistici, che vengono pagate per le loro attività dalle stesse società controllate, interessate ovviamente ad ottenere valutazioni positive. Emerge, quindi, un chiaro conflitto d'interessi tra proprietà e controllo, tra controllori e società controllate, ragione per la quale l'interesse dell'investitore è spesso sacrificato dall'intermediario per il perseguimento di finalità diverse legate ad un interesse economico da parte delle stesse agenzie. Il problema dell'asimmetria informativa, che può sorgere prima o dopo la stipulazione del contratto, crea delle inefficienze nel funzionamento del mercato di capitali tali da non consentire di determinare esattamente il valore attuale dei flussi di reddito futuro delle attività e, dunque, il prezzo corretto delle attività stesse. La condizione di asimmetria informativa in cui versano gli operatori economici è ritenuta una delle cause principali che giustifica l'intervento pubblico tramite il ricorso alla regolazione dei mercati. In America, dall'introduzione della lista delle NRSRO al CRARA nel 2006 con l'obiettivo di migliorare la qualità del rating al fine di proteggere gli investitori e il pubblico interesse ad accrescere la responsabilità, la trasparenza e il grado di concorrenza dell'industria del rating, al Dodd-Frank Act nel 2010 che segna il tramonto del potere delle agenzie di rating, pur riconoscendo il ruolo essenziale ed ineliminabile dei loro servizi all'interno dei mercati. In Europa dalla Direttiva sul Market Abuse, alla MiFID, al Regolamento CE n. 462/2013 con l'obiettivo di migliorare l'integrità, la trasparenza, la responsabilità, la buona governance e l'affidabilità delle attività di rating del credito, contribuendo alla qualità dei rating emessi nella Comunità e contribuendo così al buon funzionamento del mercato interno e realizzando al contempo un grado elevato di protezione degli investitori. È la reputazione che le agenzie si crea operando sul mercato, che spinge l'investitore a fidarsi delle informazioni fornite dagli intermediari informativi la cui veridicità è difficilmente valutabile. Da qualche mese le agenzie di rating sono tornate di attualità. Le ragioni di questo interesse sono le turbolenze sui mercati finanziari internazionali e i nuovi timori sulla sostenibilità del debito pubblico italiano causati dalla nuova manovra economica. Ma allora ci si può fidare di queste agenzie?

Agenzie di rating: ci si può ancora fidare?

D'ANIELLO, LUISA
2017/2018

Abstract

Il rating è un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno l'agenzia di rating, sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti. Attraverso la loro attività, le agenzie veicolano e indirizzano le scelte di investimento o disinvestimento al fine di consentire o impedire l'accesso a determinati mercati. Nel momento in cui un'azienda quotata o uno stato emette un'obbligazione, le agenzie di rating certificano attraverso un parere, la solvibilità della società e il rischio del credito. Queste agenzie, quindi, dovrebbero svolgere un importante ruolo di controllo sul mercato finanziario, in particolare a favore degli investitori, fornendo loro un'informazione che li aiuti a valutare i rischi connessi ad un determinato titolo. Le vicende di Parmalat ed Enron, analizzate nell'elaborato, e la recente crisi della finanza, però, hanno evidenziato la lentezza con la quale le agenzie si accorgono che certi prodotti finanziari sono inaffidabili. Le agenzie sono società quotate in borsa, controllate da gruppi finanziari con interessi borsistici, che vengono pagate per le loro attività dalle stesse società controllate, interessate ovviamente ad ottenere valutazioni positive. Emerge, quindi, un chiaro conflitto d'interessi tra proprietà e controllo, tra controllori e società controllate, ragione per la quale l'interesse dell'investitore è spesso sacrificato dall'intermediario per il perseguimento di finalità diverse legate ad un interesse economico da parte delle stesse agenzie. Il problema dell'asimmetria informativa, che può sorgere prima o dopo la stipulazione del contratto, crea delle inefficienze nel funzionamento del mercato di capitali tali da non consentire di determinare esattamente il valore attuale dei flussi di reddito futuro delle attività e, dunque, il prezzo corretto delle attività stesse. La condizione di asimmetria informativa in cui versano gli operatori economici è ritenuta una delle cause principali che giustifica l'intervento pubblico tramite il ricorso alla regolazione dei mercati. In America, dall'introduzione della lista delle NRSRO al CRARA nel 2006 con l'obiettivo di migliorare la qualità del rating al fine di proteggere gli investitori e il pubblico interesse ad accrescere la responsabilità, la trasparenza e il grado di concorrenza dell'industria del rating, al Dodd-Frank Act nel 2010 che segna il tramonto del potere delle agenzie di rating, pur riconoscendo il ruolo essenziale ed ineliminabile dei loro servizi all'interno dei mercati. In Europa dalla Direttiva sul Market Abuse, alla MiFID, al Regolamento CE n. 462/2013 con l'obiettivo di migliorare l'integrità, la trasparenza, la responsabilità, la buona governance e l'affidabilità delle attività di rating del credito, contribuendo alla qualità dei rating emessi nella Comunità e contribuendo così al buon funzionamento del mercato interno e realizzando al contempo un grado elevato di protezione degli investitori. È la reputazione che le agenzie si crea operando sul mercato, che spinge l'investitore a fidarsi delle informazioni fornite dagli intermediari informativi la cui veridicità è difficilmente valutabile. Da qualche mese le agenzie di rating sono tornate di attualità. Le ragioni di questo interesse sono le turbolenze sui mercati finanziari internazionali e i nuovi timori sulla sostenibilità del debito pubblico italiano causati dalla nuova manovra economica. Ma allora ci si può fidare di queste agenzie?
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