Il progetto di tesi analizza il microcredito, come strumento di inclusione finanziaria e sociale, che nel corso degli ultimi anni ha catturato sempre di più l'attenzione di molti studiosi, economisti e politici di tutto il mondo. La prima parte dell'elaborato mira ad approfondire l'evoluzione storica di questo fenomeno partendo dalla figura del local moneylender fino ad arrivare alla nascita della Grameen Bank, fondata dal Premio Nobel Muhammad Yunus, nel 1983. Vengono, altresì, illustrati i principali meccanismi di funzionamento del microcredito, ponendo l'accento sull'importanza dell'elemento fiduciario nei rapporti creditizi. La parte centrale del lavoro, invece, riflette sull'uso di questo strumento nei paesi industrializzati dell'Unione Europea, dove il settore della microfinanza presenta notevoli potenzialità di crescita ed è piuttosto eterogeneo a causa delle diverse tipologie di modello istituzionale adottate e al quadro normativo degli Stati membri. L'ultima parte, infine, presenta lo scenario italiano sia dal punto di vista economico-sociale che normativo in ambito di microcredito, illustrando i progetti per l'impresa e quelli per il sociale attivati sul territorio. Nello specifico, viene riportato il caso della Fondazione Don Mario Operti di Torino per esaminarne le modalità di intervento e per avvalorare l'importanza del ruolo rivestito dall'Ente stesso nel contesto locale: grazie, infatti, ai servizi di promozione offerti e alle attività di consulenza, d'istruttoria e di monitoraggio prestate, esso contribuisce ad agevolare l'accesso al credito, nonché l'inclusione sociale nel territorio della Diocesi di Torino. Lo scopo della tesi è quello di comprovare che il microcredito non è uno strumento basato sulla compassione o sulla carità, bensì sulla fiducia riposta negli esclusi (dal punto di vista sociale e finanziario) e nelle loro capacità di generare reddito da sé e divenire, così, indipendenti; si evidenzia, inoltre, l'incisività dei servizi ausiliari di assistenza e accompagnamento connessi all'erogazione del prestito attraverso l'analisi del caso della Fondazione Don Mario Operti. Infine, si cerca di mostrare come i sistemi finanziari inclusivi allevino il livello di povertà, favoriscano lo sviluppo economico e incoraggino la microimprenditorialità e, dunque, la crescita di attività di lavoro autonomo.

Il microcredito: volano di inclusione finanziaria e sociale. Il caso Fondazione Don Mario Operti.

BATTAGLINO, MARTINA
2017/2018

Abstract

Il progetto di tesi analizza il microcredito, come strumento di inclusione finanziaria e sociale, che nel corso degli ultimi anni ha catturato sempre di più l'attenzione di molti studiosi, economisti e politici di tutto il mondo. La prima parte dell'elaborato mira ad approfondire l'evoluzione storica di questo fenomeno partendo dalla figura del local moneylender fino ad arrivare alla nascita della Grameen Bank, fondata dal Premio Nobel Muhammad Yunus, nel 1983. Vengono, altresì, illustrati i principali meccanismi di funzionamento del microcredito, ponendo l'accento sull'importanza dell'elemento fiduciario nei rapporti creditizi. La parte centrale del lavoro, invece, riflette sull'uso di questo strumento nei paesi industrializzati dell'Unione Europea, dove il settore della microfinanza presenta notevoli potenzialità di crescita ed è piuttosto eterogeneo a causa delle diverse tipologie di modello istituzionale adottate e al quadro normativo degli Stati membri. L'ultima parte, infine, presenta lo scenario italiano sia dal punto di vista economico-sociale che normativo in ambito di microcredito, illustrando i progetti per l'impresa e quelli per il sociale attivati sul territorio. Nello specifico, viene riportato il caso della Fondazione Don Mario Operti di Torino per esaminarne le modalità di intervento e per avvalorare l'importanza del ruolo rivestito dall'Ente stesso nel contesto locale: grazie, infatti, ai servizi di promozione offerti e alle attività di consulenza, d'istruttoria e di monitoraggio prestate, esso contribuisce ad agevolare l'accesso al credito, nonché l'inclusione sociale nel territorio della Diocesi di Torino. Lo scopo della tesi è quello di comprovare che il microcredito non è uno strumento basato sulla compassione o sulla carità, bensì sulla fiducia riposta negli esclusi (dal punto di vista sociale e finanziario) e nelle loro capacità di generare reddito da sé e divenire, così, indipendenti; si evidenzia, inoltre, l'incisività dei servizi ausiliari di assistenza e accompagnamento connessi all'erogazione del prestito attraverso l'analisi del caso della Fondazione Don Mario Operti. Infine, si cerca di mostrare come i sistemi finanziari inclusivi allevino il livello di povertà, favoriscano lo sviluppo economico e incoraggino la microimprenditorialità e, dunque, la crescita di attività di lavoro autonomo.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
783051_783051-tesilaureamagistralebattaglinomartina.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.83 MB
Formato Adobe PDF
1.83 MB Adobe PDF

Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Usare il seguente URL per citare questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/100079