La vita di Casanova scorre impetuosa sul confine che separa ragione e superstizione, finzione e realtà, morale cattolica e morale libertina, determinando il dualismo del protagonista. Lo scenario di questa vicenda è il Settecento 'illuminato' in cui l'azione della censura costringe filosofi e intellettuali a mascherare le idee libertine presenti nei loro testi, mantenendo un atteggiamento prudente. Tale atteggiamento lo si può riscontrare anche all'interno dell' Histoire de ma vie quando vengono affrontate tematiche religiose. È interessante provare a svelare quali sono i meccanismi di autocensura adottati dall'autore, nonché quali sono le esperienze, i testi e i filosofi che ne hanno plasmato il pensiero.
In questo secolo variegato in cui i confini sociali sono particolarmente labili, la maschera può essere assunta quale simbolo rappresentativo della società e l'Histoire de ma vie racconta la vicenda di un uomo che incarna l'anima di Venezia, regno del Carnevale e della "leggerezza". Casanova infatti rinuncia ad assumere un'identità definitiva e, attraverso ripetute incarnazioni, scivola di maschera in maschera, da un personaggio all'altro, creando illusioni e realizzando sogni. Il criterio usato dal veneziano è uno solo: assecondare la propria natura seguendo l'impulso del desiderio. Proprio il desiderio attua una sorta di regia interna che guida i passi del protagonista, ma non è l'unico motore della scena in quanto Casanova è solito abbandonarsi anche al caso e alla fortuna, i quali assumono la funzione di registi esterni. Il personaggio di Casanova sfugge continuamente al destino, trascinato dal vento dell' hasard, incarnando la figura di marionetta-burattino che ci ricorda Pinocchio.
La dimensione teatrale si estende anche alle relazioni amorose del veneziano, il quale, con le sue amanti, mette in scena dei veri e propri rituali pagani che lo proiettano in un altrove incomunicabile, ma che si può intuire. Le relazioni di Casanova costituiscono delle "isole temporali", nelle quali il protagonista perde il contatto con il resto del mondo lasciandosi assorbire totalmente dal proprio oggetto del desiderio. La maggior parte dei suoi amori replicano la relazione con la "divina" Henriette e tutte sono destinate a concludersi con una separazione. La ripetizione che caratterizza le pièces raccontate nell'Histoire de ma vie, non è che la riproduzione della modalità ciclica della vita che eternamente riproduce se stessa e non è mai identica.
Il veneziano, nelle sue continue metamorfosi, veste anche i panni del libertino, ma in modo transitorio e superficiale, rimanendo soltanto un apprendista del libertinaggio, allievo di amanti esperte. Al contrario di quanto generalmente si pensi, Casanova non è un Don Giovanni e conclude il primo atto della sua vita cadendo vittima di una seduttrice, iniziando così una fase decadente. Alla fine dell'autobiografia, il protagonista si mostra molto cambiato, avendo perso la giovinezza, il coraggio e il favore della fortuna.
Casanova's life impetuously flowed on the dividing line between reason and superstition, fiction and reality, catholic and libertine morality, shaping the main character's dualism. These events took place during the so called Age of Enlightenment, when censorship forced philosophers and intellectuals to keep a cautious attitude, concealing libertine thoughts inside their writings. The very same attitude can be noticed into Histoire de ma vie when the author is writing about religious matter. It could be interesting to try unveiling the author's self adopted censorship methods and which literary and philosophical texts, events, experiences, was his thought based on.
Since 18th century was extremely eclectic, with very thin social borders and labels, we can choose the mask as a symbol of its society and Histoire de ma vie is the tale of a man embodying Venice's soul, it's Carnival and ¿lightness of being¿ spirit. Casanova refused a static identity, flowing from mask to mask, character to character, while creating illusions and realizing dreams in a never-ending reincarnation process. His only method was indulging his nature and following his own desire, the latter being a sort of internal director, a leading guide through his path. A powerful director but not the only one, since Casanova often gave himself to Chance and Fortune, both being his externals directors and guides. He ran away from his doom more than once, carried by the wind of hasard, like a puppet, in a similar way to Pinocchio.
The theatrical dimension also engulfed his love relationships: he performed, with his lovers, actual pagan rites, projecting himself into an unspeakable but conceivable elsewhere. Casanova's relationships, were ¿islands suspended in time¿, casted away from the regular world, where everything was focused on the current object of his desire. The most part of them were replay of the relationship with the ¿divine¿ Henriette and there was not other conclusion but separation to all of them. As life is continuously repeating itself every time in a different way, so are repeated the pièces told by Casanova into Histoire de ma vie.
The Venetian man, in some of his transfigurations, played the part of the libertine, but in a temporary and superficial way, being just a mere apprentice of experienced lovers. Contrary to popular belief, Casanova was not a Don Giovanni and ends the first part of his life as a victim of a seductress, starting, from that moment, his decadence. At the end of his autobiography, the main character is heavily changed, having lost youth, bravery and luck.