L'esperimento XENON1T, situato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), si propone di rivelare direttamente le particelle costituenti la materia oscura attraverso urti elastici con i nuclei di Xenon in un volume fiduciale di 1t. XENON1T ha raggiunto una sensibilità per sezioni d'urto WIMP-nucleone indipendenti dallo spin pari a circa 7.7 × 10^(−47) cm^2, per WIMP di massa 35 GeV/c^2 . Questo è il miglior limite raggiunto al momento nel mondo, una nuova analisi dati verrà presentata presto con un miglioramento di un fattore approssimativamente 3.
L'esperimento beneficia dello schermo naturale, costituito dalle rocce soprastanti, in grado di bloccare la maggior parte delle particelle prodotte dai raggi cosmici. Per diminuire ulteriormente il background si e' costruito un Muon Veto (MV) che agisce come schermo passivo e come rivelatore attivo. Il volume del MV viene osservato da 84 fotomoltiplicatori (PMTs) localizzati sulle pareti, sul tetto e sul pavimento, che hanno il compito di raccogliere i fotoni prodotti dalla radiazione Cherenkov.
Si è studiata la lunghezza di attenuazione dell'acqua e l'efficienza di trigger del Muon Veto mediante simulazioni con la piattaforma GEANT4 confrontate con i dati raccolti. Prima si è verificato come si propagano i fotoni emessi dalle sfere di calibrazione studiando la distribuzione dei tempi di arrivo di ciascun fotone sui PMTs. Successivamente si è fissata la lunghezza di attenuazione dell'acqua del MV studiando il tempo di attenuazione dei fotoni ottici emessi da una singola sfera di calibrazione. Successivamente si è analizzata la risposta del MV alla radioattività naturale e ai muoni. Si sono simulati fotoni γ emessi isotropicamente con la distribuzione in energia della radioattività naturale. Per ogni evento si sono studiate le distribuzioni di molteplicità e le distribuzioni dei tempi di arrivo dei fotoni sui PMTs. Successivamente si sono simulati muoni con l'energia dei muoni atmosferici che si sono propagati attraverso la montagna. Una volta trovato il valore di lunghezza di attenuazione che approssima meglio l'andamento dei dati, si è studiata la soglia in energia del MV simulando elettroni monocromatici e variando la loro energia per ciascuna simulazione.