Nel 2015 la disciplina dei contratti di lavoro a tempo indeterminato è stata oggetto di due rilevanti interventi: il Jobs Act ha attivato la regolazione del c.d. ¿contratto a tutele crescenti¿, entrata in vigore il 7 marzo 2015; la Legge di Stabilità 2015 ha introdotto un importante incentivo per le nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato, prevedendo un esonero contributivo (o decontribuzione), fino ad un massimo di 8.060,00 euro/annuo, decrescente nel tempo e della durata di tre anni.
Tali interventi legislativi hanno accresciuto l'attenzione alle dinamiche dei contratti di lavoro a tempo indeterminato e stimolato nuovi dibattiti, soprattutto politici, opponendo fautori e critici di tali riforme.
Questa analisi si propone di presentare, con la maggior semplicità e chiarezza possibile, i dati a consuntivo del 2015 e del 2016, per tracciare un primo bilancio degli effetti della decontribuzione e del Jobs Act sul mercato del lavoro.
Il lavoro è diviso in tre capitoli: nel primo capitolo si passano in rassegna le principali novità introdotte con la riforma del 2015, evidenziando gli aspetti principali del contratto a tutele crescenti e dell'esonero contributivo.
Nel secondo capitolo, al fine di consentire un confronto tra la situazione precedente la riforma ed i cambiamenti determinati dalla stessa, vengono esaminate le tendenze del biennio 2013-2014 relativamente ai principali indicatori aggregati, quali occupazione e disoccupazione, nonché l'andamento delle ¿assunzioni¿ e delle ¿trasformazioni di contratti¿ da altre tipologie a contratti a ¿tempo indeterminato¿.
Nel terzo capitolo, che costituisce il fulcro del lavoro, viene analizzato l'andamento delle attivazioni e delle trasformazioni nei due anni oggetto di esame (2015 e 2016) e l'impatto delle dinamiche dei contratti a tempo indeterminato sui saldi occupazionali complessivi, mettendo in luce eventuali continuità o discontinuità con i trend degli anni precedenti. Inoltre viene brevemente commentato il costo delle riforme in relazione ai benefici generati.
La disamina è effettuata sulla base dei dati Istat per quanto concerne occupazione e disoccupazione, mentre per l'andamento di attivazioni e trasformazioni delle varie tipologie contrattuali sono stati utilizzati i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.