La tomografia a coerenza ottica (OCT) è una tecnica di imaging non invasiva, basata sull'interferenza tra radiazione infrarossa e tessuti viventi, che consente la visualizzazione in vivo delle strutture cutanee e della vascolarizzazione ad alta risoluzione, fino a 2 mm di profondità.
In questa review si analizzeranno i principi di funzionamento, le applicazioni cliniche, e i futuri utilizzi. L’OCT viene utilizzata per la prima volta nel 1993 da Fercher, il quale misurò la lunghezza dell’occhio. Nel 1997 è stata introdotta in dermatologia, permettendo così di identificare lo strato corneo a livello palmo plantare, l’epidermide, il derma superficiale e i vasi sanguigni. Grazie alla sua non invasività, rapidità di esecuzione, ripetibilità, e risoluzione fino a pochi µm, l’OCT viene spesso preferita alla biopsia, procedura traumatica che non può essere ripetuta, ma che resta ancora di prima scelta per la diagnosi di numerose lesioni. Le due tecniche principali sono la time-domain OCT (TD-OCT) e la frequency-domain OCT (FD-OCT), alle quali si aggiungono la spectral/fourier domain, swept-source OCT, HD-OCT, e dynamic OCT per lo studio dei vasi. Le principali lesioni infiammatorie analizzate in questa review attraverso l’OCT sono la psoriasi, le varie forme di dermatite, il lichen, le collagenopatie come il lupus, la sclerodermia, e infine cicatrici, lesioni bollose e lesioni vascolari. Altre applicazioni riguardano le lesioni maligne, come i tumori non-melanoma, quali cheratosi attinica, carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare, morbo di Bowen, e sarcoma di Kaposi. In queste patologie la diagnosi è principalmente clinica e istopatologica (biopsia o dermoscopia), ma la OCT è utile per la diagnosi differenziale e per studiare la morfologia e le alterazioni strutturali e vascolari delle lesioni. Anche per i nevi melanocitici l’OCT può essere d’aiuto, in particolare vengono utilizzate la full-field OCT e la line-field OCT, tecniche che si basano sul principio di base della OCT, ma con una risoluzione maggiore, per esaminare sia caratteristiche cellulari che proprietà delle strutture cutanee, fornendo una diagnosi differenziale tra i vari tipi di nevi: giunzionali, composti, superficiali, profondi, dermici, displasici.
L’individuazione del melanoma in fase precoce è fondamentale per migliorare la sopravvivenza, ma la diagnosi accurata risulta tutt’ora difficile tramite le attuali tecniche non invasive. Varianti più recenti dell’OCT, come la HD-OCT, non consentono di osservare la morfologia di una singola cellula; tuttavia, è possibile valutare l’architettura della lesione con una risoluzione spaziale di 1-3μm, permettendo la diagnosi differenziale tra melanoma e altre lesioni pigmentate. Un’altra variante dell’OCT tradizionale, la SV-OCT, identifica la vascolarizzazione della pelle, differenziando tra quella dei nevi benigni e del melanoma. Altre applicazioni analizzate: umidità e idratazione della pelle, atrofia cutanea da farmaci, ustione, e cambiamenti dovuti a terapia laser. In conclusione, l’OCT, sebbene non raggiunga l’accuratezza della biopsia, offre numerosi vantaggi, come la non invasività, rapidità, riproducibilità, e riduce il numero di biopsie e l’ansia dei pazienti in attesa dei risultati, caratteristiche su cui puntare in futuro sia per affiancare la teledermatologia, sia per ridurre i costi dell’apparecchiatura e renderla più accessibile.