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La Bosnia-Erzegovina è un Paese nato solamente nel 1995 dagli Accordi di Dayton che hanno segnato la fine della guerra nel Paese. La Bosnia è uno Stato costruito sulla base di due elementi importanti: l’etnia e la politica. La nazione che si costruisce attraverso l’etnia è una nazione che ha origini lontane, che affonda le sue radici negli elementi costitutivi di un’etnia come la lingua e la religione, i quali sono anche elementi divisivi in confronto ad altre popolazioni vicine con caratteristiche etniche diverse; la nazione che si costruisce attraverso la politica, invece, è una società, risultato di un’associazione volontaria di cittadini che hanno deciso di unirsi insieme e dare vita a un nuovo Stato. In merito alla Bosnia bisognerà tenere in considerazione entrambi questi aspetti: questo è uno Stato etnico, costruito seguendo e rispettando determinati schemi etnici e politici. Il Paese, quindi, è diviso etnicamente al suo interno in tre gruppi: i bosniaci (musulmani), i serbi (cristiani ortodossi) e i croati (cristiani cattolici); dal punto di vista politico la Bosnia è divisa in due entità: la Federazione croato-bosniaca e la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. Questi diversi elementi etnici sono stati spesso sfruttati dalla politica che, nel tentativo di rinforzare il proprio potere politico, attraverso una retorica nazionalista, al posto di favorire una stabilità etnica e sociale, ha aumentato le differenze etniche. La Bosnia-Erzegovina è uno Stato che nasce con gli accordi di Dayton, i quali hanno messo fine alla guerra nello Stato. Questa guerra, provocata dalla dissoluzione della Jugoslavia, dal tentativo di indipendenza bosniaca e da quello serbo di dominare sulla regione, è cominciata nel 1992 ed è finita il 14 dicembre 1995 quando gli Accordi di Dayton, che sono anche la Costituzione dello Stato, sono stati firmati a Parigi dando vita a un lungo dopoguerra di cui il Paese ancora oggi paga le conseguenze economiche e politiche. Negli anni successivi alla fine della guerra sono state molteplici le missioni di pace condotte dagli organi internazionali ed europei atte a controllare e verificare il rispetto dei confini e delle disposizioni adottate dagli accordi. La guerra ha lasciato strascichi importanti dal punto di vista demografico: si è verificata un’importante pulizia etnica e una migrazione forzata di persone da territori in cui erano minoritari dal punto di vista etnico all’interno di territori in cui l’etnia corrispondente era maggioritaria. Questi fenomeni hanno comportato uno stravolgimento demografico e territoriale importante e hanno collaborato a creare entità etniche divise, separate territorialmente e sempre più lontane e autonome politicamente le une dalle altre. La tesi, scritta in francese e a cui si fa riferimento per quanto concerne gli esempi, i dati e le note nel riassunto sottostante, è stata articolata in tre capitoli: i primi due hanno come obiettivo l’inquadramento dei fenomeni sociali e politici che stanno alla base delle differenze etniche mentre il terzo si concentra sulle soluzioni concrete o irrealizzabili per raggiungere un vero ricongiungimento etnico in Bosnia. All’interno della tesi si fa più volte riferimento a Mostar, capitale della regione dell’Erzegovina, una delle città simbolo di questa differenziazione etnica in quanto caratterizzata al suo interno dalla compresenza della comunità croata e quella bosniaca. Questa città ha vissuto nel corso degli ultimi anni un grave stallo politico
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