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Il seguente elaborato è stato sviluppato in modo da ripercorrere nella prima parte le strategie di comunicazione politica di Matteo Renzi leggendo le sue scelte strategiche in prospettiva con gli eventi politici che sono avvenuti in Italia negli anni della crisi sia tra i partiti e sia all'interno del PD. Da questa'analisi ne è derivato che il giovane sindaco ha saputo essere al passo con i nuovissimi mezzi di comunicazione, tipici della terza era della comunicazione politica. E' stato il leader-challenger che, oltre a proporre un cambiamento interno ¿rottamando¿ la vecchia dirigenza del partito, ha seguito l'onda creata in tutta Europa dai partiti e movimenti nascenti, proponendo una nuova idea di governo. Usando i nuovi mezzi di comunicazione come i social network e ispirandosi al modello della campagna di Obama ha ampliato lo spettro dei potenziali elettori, ma non è stato necessariamente un innovatore per quanto riguarda i contenuti. Nella seconda parte di questo lavoro si è cercato di costruire un'analisi per rispondere alla seconda domanda posta nell'introduzione. Partendo da confronto dei due libri Fuori e Stilnovo si sono esplicate le strategie d'immagine usate dal nostro candidato. Dal primo libro ne è uscito un frame, una metafora, quello dell'eroe rottamatore che grazie a una teoria di Lakoff detta ¿Teoria della fiaba¿, si è associata l'immagine dell'eroe che combatte contro il cattivo, rappresentato dalla vecchia classe politica che è dimezzata, per salvare il popolo indifeso. Nel secondo libro è meno diretta l'associazione di una metafora. Partendo dal fatto che, nonostante sia sempre un libro di propaganda, e la copertina lo confermi, traspare dalle sue parole e le immagini che dà, una sensazione di vincitore, nonostante sia stato scritto prima della sua vittoria. E' stato interessante visionare gli articoli sulla comunicazione di Renzi, nei quali esperti comunicatori o semiologi hanno analizzato il modo positivo in cui il giovane sindaco si proponeva, ovvero usando il tipico linguaggio dei coach motivazionali di programmazione neuro linguistica. Renzi ha scritto il secondo libro prima di vincere le elezioni e il suo stile vincente è sostenuto dagli studi sul suo linguaggio positivo fatti da Raimo, Giansante e Giunta. Il giovane candidato non è stato un innovatore appieno, lo è stato per quanto concerne l'utilizzo di nuove forme comunicative, che in Italia non erano ancora state utilizzate come i social network, ma che si sono ispirate al modello americano. Invece per la seconda parte del quesito è stato riconosciuto che il suo modo di fare politica (di essere un ¿noi contro un loro¿) ha richiamato lo stile usato da Silvio Berlusconi nella sua campagna del 1994, e questo è stato argomentato dall'articolo di Bordignon, e che ha rimandato alle teorie del frame. E' ipotizzabile che Matteo Renzi con i suoi atteggiamenti, il linguaggio, gli slogan e le politiche simili a quelle adottate vent'anni prima dal Cavaliere, abbia richiamato il frame del famoso industriale nella mente degli elettori, e che questo l'ha portato a essere definito ¿ Renzi non è Berlusconi: con un linguaggio di destra ha detto le cose più di sinistra che abbia mai detto in Italia un premier di sinistra¿ (cit. Massimo Gramellini per "la Stampa" marzo 2014) .
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