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L'obiettivo del presente elaborato frutto di un'ampia ricerca bibliografica realizzata attraverso lo studio di manuali, articoli accademici e documenti è quello di presentare la questione dei rifugiati ambientali, coloro cioè che sono costretti a fuggire dalle proprie abitazioni o dal proprio Paese a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici. Nonostante la rilevanza di tale fenomeno, questi soggetti non trovano spazio nel diritto internazionale, non sono riconosciuti come rifugiati secondo la Convenzione di Ginevra, e non esiste alcuno strumento giuridico che si occupi nello specifico della loro situazione. Il nesso tra i cambiamenti climatici e la mobilità delle persone è sempre più evidente e rappresenta una tematica ormai centrale all'interno dell'agenda internazionale. Come attestato dalle principali istituzioni in questo campo, i cambiamenti climatici hanno un grave impatto sulla vita di quelle comunità più vulnerabili alle conseguenze dei fenomeni climatici. Eventi come inondazioni, siccità e degrado ambientale si riflettono sull'ambiente e sui principali mezzi di sussistenza, spingendo le persone a spostarsi. Gli effetti del riscaldamento globale ed eventi climatici estremi sono da tempo una drammatica realtà in molti Paesi nel mondo. Intere popolazioni sono vittime dei cambiamenti climatici e molte persone sono costrette a migrare, abbandonando i propri territori. Gli studiosi si trovano ormai pressoché d'accordo nell'affermare l'esistenza di una stretta correlazione tra degrado ambientale, cambiamenti climatici e contesto socio economico con conseguenti ripercussioni sulla mobilità degli individui nel territorio. Lo spostamento delle popolazioni come risultato di cambiamenti ambientali non è un fenomeno nuovo. Nella storia umana, le persone si sono sempre spostate alla ricerca di un luogo più adatto alla vita. A differenza del passato, però, l'aumento delle temperature e gli eventi meteorologici sempre più estremi stanno provocando un forte impatto sulla vita dei popoli di tutto il mondo, tanto che il ventunesimo secolo è stato rinominato il secolo dei rifugiati ambientali. Dato l'incessante manifestarsi dei fenomeni climatici, la Comunità internazionale si è trovata a dover far fronte a nuove ondate di cosiddetti rifugiati ambientali. Oggi non esistono solo più i rifugiati tradizionali, che rientrano e soddisfano i requisiti previsti dalla Convenzione di Ginevra, ma vi sono altri soggetti che si trovano costretti a lasciare le proprie terre senza però godere della protezione offerta dal diritto dei rifugiati. Anzi, molti dati dimostrano che i cosiddetti rifugiati ambientali stanno hanno ormai superato la cifra dei profughi tradizionali, dato il forte impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle persone. Questi soggetti tuttavia non sono riconosciuti dal diritto internazionale, rimanendo in una situazione di vero e proprio vuoto normativo. Il che significa che coloro che fuggono dagli sconvolgimenti climatici non ricevono in sostanza alcuna tutela da parte dell'ordinamento internazionale. Quale sarà la definizione che si deciderà di utilizzare e quali saranno gli strumenti adottati, la comunità internazionale non deve dimenticare quello che è lo scopo primario, garantire ai rifugiati ambientali
The aim of this study, that is the result of extensive literature search, is to present the issue of environmental refugees, those who are forced to flee their homes or their country due to the impact of climate change. Despite the importance of this phenomenon, these people have no place in international law, they are not recognized as refugees under the Geneva Convention, and there is no legal instrument that deals specifically in their situation. The link between climate change and the mobility of people is increasingly evident and is now a central issue in the international agenda. As evidenced by the major institutions in this field, climate change has a serious impact on the lives of those communities most vulnerable to the impacts of climate phenomena. Events such as floods, drought and environmental degradation are reflected on the environment and on the main livelihoods, forcing people to move. The effects of global warming and extreme weather events have long been a dramatic reality in many countries worldwide. Entire populations are victims of climate change and many people are forced to migrate, leaving their territories. Scholars are now almost agree that there is a close correlation between environmental degradation, climate change and socio-economic context which influences the mobility of individuals in the territory. The displacement of populations as a result of changes in the environment is not a new phenomenon. In human history, people have always moved in search of a place more suitable for life. Unlike in the past, however, rising temperatures and extreme weather events increasingly are causing a major impact on the lives of people all over the world, so that the twenty-first century has been renamed the century of environmental refugees. Given the incessant occurrence of climatic phenomena, the international community found itself having to deal with new waves of so-called environmental refugees. Today, in fact there are not only more traditional refugees, falling and meet the requirements of the Geneva Convention, but there are others who are forced to leave their lands without enjoying the protection provided by refugee law. Indeed, many data show that the so-called environmental refugees are have now surpassed the traditional figure of refugees, given the impact that climate change has on people. These individuals, however, are not recognized by international law, remaining in a situation of legal limbo. Which means that those fleeing climate change are not entitled to be considered refugees: they do not have international recognition nor enjoy the rights associated with it. What will be the definition that you decide to use and what are the instruments adopted, the international community must not forget what is the primary purpose, to ensure environmental refugees the protection of fundamental human rights, and a level of protection at least equal to that provided refugee conventional.
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