Questa tesi si propone di analizzare i fondamenti che stanno alla base della disciplina a tutela della concorrenzialità dei mercati. Il processo d'integrazione europea ha influito notevolmente sull'evoluzione normativa, anche a livello nazionale, in favore di una maggiore attenzione dedicata all'importanza del rispetto dei meccanismi di scambio concorrenziale. Ciò non significa però che una consapevolezza dei vantaggi connessi alla libera concorrenza non fosse presente a livello nazionale prima della nascita delle Comunità Europee. L'articolo 41 della Costituzione sancisce infatti la libertà di iniziativa economica privata, di cui la libera concorrenza può essere considerata una declinazione. Attraverso un'analisi del processo storico che ha condotto al riconoscimento della libertà d'iniziativa economica nelle Costituzioni europee e tramite un esame delle differenti teorie economiche che hanno ispirato le politiche di tutela della concorrenza, ci si propone di risalire ai principi che costituiscono il fondamento della disciplina a tutela della concorrenza. Si giunge alla conclusione che non si possa parlare, in termini assoluti, di un principio di concorrenza di origine europea ed esclusivamente fine a sé stesso. Rispetto e promozione della concorrenzialità dei mercati sono volti da un lato, a garantire la libertà del maggior numero di operatori, dal lato dell'offerta, dai pericoli connessi all'eccessivo potere economico che si concentri nelle mani di alcuni di essi, dall'altro a tutelare il lato della domanda, permettendo scambi al miglior punto di equilibrio fra qualità e prezzo. La libera concorrenza è dunque volta a promuovere l'economicità degli scambi, in favore di un complessivo benessere sociale. All'utilità sociale sono ispirati gli stessi limiti che, in primo luogo la Costituzione Italiana e in secondo luogo le normative europee pongono alla libertà di iniziativa economica.
Si prende poi in considerazione il settore dei contratti pubblici di approvvigionamento, esaminando l'importanza crescente che il rispetto della concorrenzialità ha rivestito nella disciplina di settore, a livello nazionale e di Unione Europea, accanto a nuovi obiettivi di carattere sociale, con i quali è necessario effettuare un bilanciamento.
The purpose of this work is to analyse the foundations of competition policy. The integration process promoted by the European Union has considerably influenced the normative evolution in favour of a wider attention towards the protection of competition in the markets. This fact doesn't mean that before the action by the European Union there was not, at national level, awareness of the advantages generated by the functioning of effectively competitive markets. Article 41 of the Italian Constitution sanctions the freedom of economic initiative, of which competition may be considered a particular aspect. The principles that constitute the foundations of competition policy are pursued through the analysis of the historic process that led to the recognition of the economic liberties in the Constitutions of States around Europe and through the study of various economic theories that examined the functions of competition in the markets. This study comes to the conclusion that a competition principle, as generated by the legislation of the European Union, cannot be recognised as existing per se. Competition policies aim at promoting freedom for undertakings in the markets, protecting them from excessive economic power that may be concentrated in the hands of few economic agents and at granting the demand side with better quality-price solutions. Therefore, competition policies promote economic and social welfare, and social utility inspires those limits to the economic freedom, set up by the Italian Constitution and by European legal provisions.
The public procurement sector is then considered in analysing the increasing importance that both competition and social considerations are acquiring in the public procurement regulation itself.