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La sindrome di Gilbert è una patologia benigna del fegato che si manifesta con iperbilirubinemia, dovuta all'aumento della bilirubina non coniugata nel sangue. E' una malattia caratterizzata da un difetto del gene UGT1A1, che codifica per l'UDP-glucuronosil transferasi (UGT), un enzima coinvolto nella biotrasformazione ed eliminazione di molecole endogene ed esogene, tra cui la bilirubina e alcuni farmaci. Questo enzima catalizza una reazione metabolica di fase 2, la glucuronidazione. In seguito a questo difetto genetico, si verifica una riduzione della glucuronidazione dei farmaci substrato di UGT, che vengono quindi metabolizzati più lentamente, si accumulano nell'organismo e possono dare tossicità. A tal proposito è stata focalizzata l'attenzione sulle possibili interazioni tra la sindrome di Gilbert e l'utilizzo di due farmaci quali il paracetamolo, un analgesico-antipiretico di largo impiego a livello mondiale e l'irinotecano, un farmaco antitumorale utilizzato principalmente in caso di tumore al colon-retto, per evidenziare come la maggior parte dei soggetti affetti da sindrome di Gilbert possa manifestare reazioni tossiche dopo somministrazione di uno di questi due farmaci. In seguito alla somministrazione di paracetamolo a sei soggetti con sindrome di Gilbert e sei volontari sani, la formazione del coniugato glucuronide era del 31% inferiore negli individui con sindrome di Gilbert rispetto a quella misurata nei pazienti sani e la formazione del metabolita tossico era 1,7 volte superiore nei soggetti con sindrome di Gilbert. Per quanto riguarda l'irinotecano, in uno studio effettuato su 118 pazienti giapponesi con tumore del colon-retto ai quali è stato somministrato il farmaco, si è osservato che i pazienti affetti da sindrome di Gilbert hanno una probabilità sette volte maggiore di presentare una grave tossicità da irinotecano rispetto ai soggetti sani. Come si evince da questi studi, la somministrazione dei due farmaci alle dosi terapeutiche, nei soggetti con sindrome di Gilbert, può provocare reazioni tossiche. Di qui si comprende l'importanza dei polimorfismi dell' UGT nella risposta farmacologica; prima della somministrazione del farmaco potrebbe essere utile la determinazione del genotipo UGT1A1 attraverso test farmacogenetici. In questo modo si potrebbe modificare il dosaggio dei farmaci in funzione del genotipo di UGT1A1; si otterrebbe così una terapia personalizzata basata sul patrimonio genetico del paziente e una certa proporzione degli effetti indesiderati potrebbe essere evitata.
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