Nel presente lavoro di tesi è stato utilizzato il metodo della
valutazione narrativa con un gruppo di soggetti con trauma cranio-
encefalico grave, nella fase degli esiti e privi di disturbi
linguistici primari, al fine di testare le loro capacità
linguistiche.
Questo metodo, già utilizzato da numerosi autori, come Coelho (1995)
prevede che ogni soggetto svolga diversi compiti, come la
descrizione di figure o, in fase di comprensione, l'ascolto o la
lettura di storie, per rispondere successivamente a domande che le
riguardano.
Dai risultati è emerso che i soggetti con trauma cranio-encefalico
non differivano in modo significativo dal gruppo di controllo a
livello microlinguistico, ovvero per quel che concerne la
correttezza grammaticale e sintattica della frase: essi infatti non
effettuavano quasi errori di tipo fonologico (parafasie fonologiche,
neologismi), nè semantico-lessicale (parafasie semantiche o
verbali), nè morfologico o morfosintattico (paragrammatismi liberi o
legati, omissione di funtore).
I traumatizzati cranici avevano invece una prestazione deficitaria
se si andava a considerare il livello macroelaborativo del discorso.
Infatti, i loro campioni di linguaggio avevano una basso indice di
coesione tra le frasi e l'indice di coerenza locale e globale
differivano in modo significativo da quelli del gruppo di soggetti
senza cerebrolesioni: ciò può essere dovuto all'elevato numero di
enunciati tangenziali e commenti non inerenti al compito, che
rendevano la loro produzione verbosa e poco informativa.
Questo studio dimostra che aspetti del linguaggio non evidenziabili
dai classici test per l'afasia, vengono invece chiaramente messi in
luce utilizzando una batteria come quella sopra-descritta.
Probabilmente i deficit macroelaborativi osservati nel campione di
pazienti sono conseguenza di problematiche di tipo attentivo, di
working memory o delle funzione esecutive: ciò potrebbe essere
ipotizzato dal momento che i risultati della valutazione
neuropsicologica, effettuata prima dell'esperimento vero e proprio,
riportano delle carenze proprio nei testi specifici per le suddette
funzioni cognitive.
Risultati più certi ed oggettivi si avrebbero aumentando il campione
di pazienti e verificando se esiste una correlazione effettiva tra
la prestazione deficitaria nei test per la memoria e le funzioni
esecutive e i disturbi linguistici qui riportati: se così fosse ciò
potrebbe avere importanti implicazioni anche nella pratica clinica.