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La Sfinge è una figura ricorrente in tutta la storia dell'umanità: dagli egizi all' epoca moderna. Nel corso degli anni essa ha avuto diverse funzioni, interpretazioni e raffigurazioni, ma ha sempre mantenuto il suo aspetto di metà essere umano e metà animale. La prima presenza della Sfinge si trova presso gli egizi. Qua veniva rappresentata con il corpo di un leone accovacciato e il volto di uomo, generalmente il faraone. Presso questo popolo veniva considerata protettrice della necropoli, per questo la statua della Sfinge era posta vicino alle piramidi. Un esempio di questo monumento è la Sfinge di Gizia, giunta pressoché intatta fino ai giorni nostri, eccezion fatta per il naso e gli occhi, che sono stati seriamente danneggiati nel corso degli anni. Invece nella cultura greca la Sfinge cambia completamente aspetto: viene raffigurata con il volto di donna e il corpo di leone ed è provvista di ali. Essa viene definita ¿cagna cantatrice¿ e può essere considerata simbolo della femminilità perversa, è dotata di saggezza e crudeltà e può essere sconfitta solo dall' intelletto. La Sfinge dell'immaginario greco è associata al mito di Edipo: essa rappresenta il mostro che deve essere sconfitto dall' eroe per poter sposare la regina Giocasta e diventare sovrano di Tebe. Per poter essere sconfitta i giovani tebani dovevano risolvere il suo indovinello: ¿Quale essere, con una sola voce, ha talvolta due gambe, talvolta tre, talvolta quattro, ed è tanto più debole quante ne ha?¿. Edipo fu l'unico in grado di risolvere questo enigma, non sapendo che questo sarebbe stato l'inizio della sua rovina e il compimento dell'oracolo che aveva cercato di sfuggire. Verso la fine del 1800 la Sfinge entrò anche nel mondo della psicoanalisi e in particolare nella vita del suo fondatore Sigmund Freud. Infatti egli scoprì il complesso di Edipo in cui il bambino desidera possedere la madre e sostituirsi al padre, visto come suo rivale. Freud notò che questo complesso si manifestava in tutti i bambini. Inoltre egli si considerava un moderno Edipo, in grado di risolvere gli enigmi, proprio come l'eroe fu in grado di rispondere alla Sfinge. Inoltre egli collegò l'enigma della Sfinge alle prime curiosità sessuali dei bambini. Successivamente, nel corso dei secoli, l'enigma della Sfinge ha conosciuto diverse interpretazioni: molti tra filosofi e psicoanalisti hanno provato a interpretare questo indovinello e ad analizzare la risposta di Edipo, considerata incompleta e superficiale, perché l'eroe non ha saputo vedere il suo destino dentro la risoluzione dell'indovinello. Il mito di Edipo fu ripreso poi in epoca moderna, infatti nel 1934 lo scrittore e artista francese Jean Cocteau portò in scena una rivisitazione del mito sofocleo, con il nome ¿La Macchina Infernale¿. Qui la Sfinge è la dea greca Nemesi, che si presenta ai tebani come una fanciulla diciassettenne vestita di bianco, irriconoscibile agli occhi degli abitanti di Tebe. A volte assume i tratti animaleschi caratteristici della tradizione greca, e qui è dotata anche di piume e pelliccia. Il suo compito, in quanto dea della vendetta, è quello di punire gli uomini per la loro arroganza. Quindi non è una creatura che uccide chiunque senza motivo, come quella greca; ma la Sfinge di Cocteau uccide per punire gli ingiusti, ma è stanca di essere temuta dai Tebani e di essere un'assassina; essa vorrebbe essere amata e poter abbandonare il suo corpo mortale per poter essere soltanto la dea Nemesi.
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