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La Tossicodipendenza può essere considerata come una patologia peculiare, con un quadro sindromico proprio e, in particolare, con relazioni specifiche comprendenti la sostanza, dotata di particolari capacità farmacologiche; il soggetto dipendente, con una disposizione emotiva e cognitiva all'uso della sostanza e l'ambiente sociale in cui l'incontro tra questi si realizza. L'alterazione dello stato di coscienza ordinario sembra permettere al soggetto di uscire temporaneamente dalla sua realtà, al fine di risolvere una condizione di disagio persistente. La dissociazione, infatti, impedisce la formazione di espressioni verbali dell'esperienza e questo coincide con la difficoltà di accedere al proprio mondo interno, ai sogni e alle fantasie e di poterle regolare, utilizzare e scambiare nelle relazioni interpersonali. Queste esperienze dissociative transitorie permettono al soggetto di sottrarsi a una realtà avvertita come causa di forti angosce e tensioni che non possono essere elaborate efficacemente, di accrescere la sua autostima, di migliorare l'immagine di sé e a sentirsi più sicuro nelle situazioni sociali. Probabilmente l'uso compulsivo dell'oggetto-droga diventa uno strumento necessario per coloro che non riescono a elaborare le emozioni e le sensazioni a causa del verificarsi di importanti deficit nell'esperienza di relazione con le figure di attaccamento e nei processi di riconoscimento dell'esperienza soggettiva, di sintonizzazione e riparazione delle rotture nella sintonizzazione interattiva. La difettualità del sistema di attaccamento, infatti, potrebbe essere considerata come un fattore di rischio per l'insorgenza di un comportamento disadattivo. In particolare, sembra fortemente correlabile una relazione connotata da un'eccessiva intrusività materna e la difettualità del bambino nell' esplicare le sue funzioni auto regolative, proprio nella predisposizione a continuare a ¿dipendere¿ adesivamente dall'altro per la sua autoregolazione, e dunque anche per una regolazione di ordine affettivo. Il piacere che si ricava da una qualsiasi forma di dipendenza patologica deve intendersi come la ricerca di una sorta di stato di ¿trance¿ autoindotto, un rifugio mentale il cui scopo è di costruirsi una realtà psicosensoriale parallela differente da quella sperimentata nella realtà ordinaria, di ritirarsi da ogni contatto e di dissociare le sensazioni, le emozioni e le immagini conflittuali non rappresentabili sul piano pienamente consapevole. Perciò, la ricerca di sostanze o di comportamenti capaci di rendere più efficaci le prestazioni sia intellettuali che fisiche nasconde, da sempre, il sogno umano di realizzare il superamento dei limiti e dell'angoscia sperimentata nel corso delle fasi evolutive durante l'intero ciclo della vita. La dipendenza patologica va, quindi, ricondotta a una vulnerabilità narcisistica che si richiama alla mancanza di una rappresentazione mentale dell'oggetto interno d'amore (seno-madre), a cui poter fare ricorso ogni volta che il Sé si sente minacciato da intense sensazioni ed emozioni che non sa mentalizzare, elaborare psichicamente, se non attraverso comportamenti regolatori indiretti, ovvero il rapporto esclusivo e compulsivo con l'oggetto-droga.
Drug addiction can be considered as a peculiar dysfunction, with its own syndromic profile and, in particular, with specific relationships including the substance, with characteristic pharmacological capabilities; the addicted subject, with an emotional and cognitive disposition to the use of the substance and the social environment in which the encounter between them is realized. The alteration of the ordinary state of consciousness seems to allow to the subject to temporarily escape from his own reality, in order to resolve a persistent disadvantage. The dissociation, indeed, prevents the formation of verbal expressions about the experience and this coincides with the difficulty to access to the inner own world, to the dreams and fantasies and with the difficulty of being able to adjust, use and exchange them among interpersonal relationships. These temporary dissociative experiences allow the subject to escape from a reality felt as a cause of severe distress and tensions that can not be processed efficaciously, to increase his self-esteem, to improve self-image and to feel himself more confident in social situations. Probably the compulsive use of the object-drug becomes a necessary vehicle for those who are unable to process emotions and feelings, due to the occurrence of important deficits in relationship's experience with attachments figures and in the process of recognition of subjective experience, of tuning and repairing breaks in the interactive tuning. The deficiencies of the attachment system, indeed, could be considered as a risk factor for the onset of a maladaptive behaviour. In particular, it seems highly correlated a relationship characterized by an excessive maternal intrusiveness and child's deficiencies to carry out his self regulatory functions, just in the tendency to continue to ¿depend¿ on the other for its self-setting, and therefore, for a regulation of affective order as well. The pleasure derived from any form of pathological addiction has to be intended as the research for a kind of self-induced state of ¿trance¿, a mental shelter which purpose is to build a parallel psychosensory reality different from that experienced in ordinary reality, to drop out from all contact and to dissociate feelings, emotions and conflicting images which can not be represented on the fully conscious reality. Therefore, the research of substances or behaviours that can make more effective performance both intellectual and physical, hides, as always, the human dream to overcome the limitations and distress experienced during the developmental stages throughout the life cycle. The pathological addiction, hence, must be connected to a narcissistic vulnerability which refers to the lack of a mental representation of the internal object of love (breast-mother), which can be used everytime The Self feels threatened by intense feelings and emotions which it can't mentalizing, psychically develop, if not through indirect regulatory behaviours, that is the compulsive or exclusive relationship with the object-drug.
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