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Nella presente tesi di laurea sono state valutate due modalità di applicazione della tecnica della falsa semina, ovvero una prova di falsa semina prolungata e una di diserbo di precisione con la tecnica patch spraying. Le prove sono state svolte, in appezzamenti diversi, presso una azienda agricola ubicata a Zeme (PV). In merito alla prova di falsa semina prolungata, sono state messe a confronto due epoche di terminazione chimica: la prima scelta sulla base dell’esperienza dell’agricoltore (20 maggio) e la seconda effettuata 9 giorni dopo. Ciascuna delle due epoche ha interessato tre appezzamenti distinti. In tutti gli appezzamenti sono stati effettuati monitoraggi della flora infestante sia prima che dopo la terminazione chimica, al fine di descrivere la dinamica delle emergenze e valutare l’efficacia del trattamento. Dai risultati è emerso che al momento della terminazione l’infestazione risultava omogenea in tutti gli appezzamenti; tuttavia, nei rilievi condotti successivamente, l’infestazione, soprattutto quella dovuta a riso crodo, era maggiore nei campi gestiti con falsa semina prolungata (14,4 piante/m2) rispetto a quelli terminati in epoca ordinaria (10,2 piante/m2), probabilmente a causa delle condizioni di forte siccità che si sono verificate fra i due trattamenti e che hanno ridotto l’efficacia degli erbicidi. In merito ai risultati produttivi, invece, non sono state evidenziate differenze significative tra le due tipologie di gestione. Per quanto riguarda la seconda prova, l’obiettivo era quello di valutare l’efficacia del diserbo di precisione nella terminazione della falsa semina. La tecnica prevede l’acquisizione di immagini aeree tramite drone dotato di fotocamera multispettrale, l’elaborazione delle immagini con il calcolo dell’indice NDVI per individuare aree che superano un determinato livello di infestazione, la produzione di mappe di prescrizione e quindi il trattamento patch spraying con irroratrice dotata di barra a sezioni multiple. Sono state inoltre individuate delle aree di riferimento a terra, suddivise in base al grado di infestazione, utilizzate per fornire un riscontro oggettivo della densità di malerbe. Tutti gli appezzamenti sono stati suddivisi in due sub-aree: in una il diserbo è stato effettuato in modo convenzionale su tutta la superficie, mentre nell’altra l’erbicida è stato applicato con la tecnica patch spraying. Successivamente alla terminazione della falsa semina sono stati eseguiti rilievi malerbologici al fine di valutare l’efficacia delle due tipologie di diserbo. Dai risultati è emerso che in tutti gli appezzamenti il livello di infestazione risultava molto basso (1,8 piante/m2 per il diserbo totale, 3,1 piante/m2 per il diserbo a macchie) e nella maggior parte degli appezzamenti non sono state riscontrate differenze significative tra le tesi. Questa tecnica ha inoltre permesso un risparmio di erbicida, che complessivamente è risultato pari al 19%, con punte di 51% in alcuni appezzamenti. La produzione di riso non ha mostrato una riduzione significativa nelle aree trattate con il diserbo “a macchie”. In conclusione, la tecnica di falsa semina prolungata necessita di ulteriori approfondimenti, essendo il suo esito strettamente legato alle condizioni ambientali; la prova condotta con tecniche di precisione, invece, ha fornito risultati promettenti soprattutto in termini di efficacia, sebbene sia auspicabile ottenere una maggiore riduzione delle quantità di erbicida distribuito.
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