L’elaborato intende studiare le fonti scritte di alcune delle forme più rappresentative del cattolicesimo tradizionalista italiano degli anni Sessanta e Settanta, rivolgendo in particolare l’attenzione al tema della violenza politica. A questo scopo individua l’arco temporale compreso tra l’indizione del Concilio Vaticano II (1962) e l’assassinio di Aldo Moro (1978), selezionando come oggetto di studio alcune tra le riviste più rappresentative del milieu cattolico tradizionalista, la cui teologia politica viene elaborata sia da pubblicazioni di taglio più teologico-apologetico e pastorale, che da altre di taglio più politico, in molti casi legate al partito di estrema destra. Una buona parte delle pubblicazioni riferisce legami con altre riviste, movimenti e associazioni su scala nazionale e internazionale, tali da poter parlare di un network internazionale del tradizionalismo cattolico. All’interno di questo orizzonte si colgono differenze anche importanti, rispetto alla recezione del Concilio Vaticano II, al pontificato di Paolo VI, all’Ostpolitik avviata in questi decenni, al senso incombente di minaccia apocalittica, all’esperienza italiana del centro-sinistra, al giudizio storico sul fascismo e all’individuazione di un interlocutore politico affidabile. Elementi ricorrenti, fino alla stereotipizzazione di determinate formule e immagini, sono la percezione di una sovversione in atto a livelli mai raggiunti in precedenza, una concezione rivelata e totalizzante della verità, che giustifica l’aspirazione integralista a plasmare l’intera realtà sociale e il permanere di un atteggiamento intransigente nei confronti dell’evoluzione della politica e del costume; una conseguente concezione unitaria di cristianesimo cattolico, ordine politico e valori tradizionali, nel quadro di una civiltà cristiana occidentale; l’individuazione di categorie di nemici, tanto esterni (la massoneria e il comunismo) quanto interni (la corrosione neomodernista e i suoi effetti in termini di liberazione dei costumi, dialogo ed ecumenismo); la percezione di una minaccia destabilizzante come mai si è verificata in passato e la necessità di reagire concretamente. Benché la tesi di un legame diretto tra cattolicesimo tradizionalista e terrorismo nero, avanzata da alcuni autori, appaia — almeno a partire dai contenuti delle riviste — dotata di un fragile fondamento, nel ventaglio di strategie esplorate dalla reazione alla sovversione emergono alcune forme di violenza simbolica, verbale, iconica, concettuale e, a livello residuale, anche pratica.
This dissertation investigates some of the most representative written sources regarding Italian traditionalist Catholicism of the 1960s and 1970s, focusing especially on the theme of political violence. To achieve this objective, he identifies the time span between the beginning of the Second Vatican Council (1962) and the assassination of Aldo Moro (1978), selecting as his object of study some of the most representative journals of the traditionalist Catholic milieu, whose political theology is elaborated both by theological-apologetic and pastoral journals, as well as other more political ones, in many cases in relations with the far-right party. Many of them report links with movements, associations and other journals on a national and international scale, revealing a sort of global network of Catholic traditionalism. In this context, important differences can be gathered, regarding the reception of the Second Vatican Council, the pontificate of Paul VI, the Ostpolitik launched in recent decades, the sense of an apocalyptic threat, the Italian political affair of the centre-left, the historical judgment on fascism and the identification of a political interlocutor. There are some recurring elements, up to the stereotyping of formulas and images: the perception of a real subversion never seen before, a religiously revealed and totalizing conception of truth, which justifies the integrist aspiration to order the whole of society, and an intransigent judgment in comparisons of the evolution of politics and lifestyles; a consequent recapitulation of Catholic Christianity, political order and traditional values, in a synthesis of Western Christian civilization; the identification of enemies, both external (Freemasonry and communism) and internal (neomodernist corruption and its effects of emancipating lifestyles, dialogue and ecumenism); the perception of a destabilizing threat like never before and the need to react concretely. Although the thesis of some authors, regarding a direct link between traditionalist Catholicism and black terrorism, is difficult to demonstrate by looking at the contents of magazines, in the range of strategies adopted by the reaction to subversion it is possible to find some forms of symbolic, verbal, iconic, conceptual and residually also practical violence.