L'Areopagitico è un'opera essenziale per un tentativo di comprensione del pensiero politico di Isocrate e del suo ruolo in Atene.
Prima di passare ad esplorare il pensiero politico dell'oratore, la tematica senza dubbio fondamentale dell'opera, è utile ed interessante dare uno sguardo alle principali controversie filologiche e storiche intorno alla cronologia dell'orazione, argomento del primo capitolo dell'elaborato. Sulla questione però non si può che constatare l'impossibilità di arrivare a un giudizio definitivo, in quanto i riferimenti storici evocati nel testo sono troppo generici e indefiniti. Pertanto l'unico punto di riferimento sicuro per il contesto storico dell'opera consiste nella guerra sociale combattuta fra gli Ateniesi e i suoi alleati in rivolta.
Nel secondo capitolo viene affrontato il tema della patrios politeia, un'espressione che è diventata strumento di propaganda politica in uno dei momenti di maggiore crisi della storia ateniese, a cavallo tra il 411 e il 404 a.C. Il dibattito costituzionale riprende vigore nel IV secolo a.C. con Isocrate, in un momento storico in cui la democrazia si era degenerata in demagogia. L'obiettivo di Isocrate, col recupero di questa espressione, è dunque quello di proporre una ¿democrazia diversa¿ da quella attuale, cioè la ¿costituzione degli antenati¿, ancorata ai nomi di Solone e di Clistene, una nostalgica costituzione ben viva nella memoria e nella tradizione della città.
Nel capitolo dell'elaborato viene dunque illustrata la concezione che Isocrate, nel suo tentativo di richiamare la ¿costituzione degli antenati¿, ha della nozione di politeia.
Nel terzo capitolo vengono esaminati quegli elementi che secondo Isocrate devono essere considerati i requisiti di un regime politico ben ordinato: le leggi, la paideia, le garanzie delle libertà dei cittadini e soprattutto l'Areopago. Vengono illustrati questi temi anche sulla base delle analogie di pensiero con altri autori coevi, in particolare Platone.
Da ultimo, la disamina si concentra sull'ispirazione terameniana della concezione politica di Isocrate illustrata nel testo. Sembra essere chiaro come l'oratore ateniese fosse avverso sia a una democrazia radicale sia a un'oligarchia, in quanto entrambe le forme costituzionali prevedono lo svuotamento dei poteri dell'Areopago.
Ispirandosi ai punti fondamentali del programma di Teramene, Isocrate vuole dunque ripristinare una forma costituzionale a metà fra l'oligarchia estrema e a metà della democrazia diretta radicale: un'oligarchia moderata.
In conclusione, la matrice terameniana delle idee politiche di Isocrate sembra essere confermata anche da alcune fonti classiche che testimoniano un forte sodalizio fra l'oratore e il politico.