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La tesi si propone di analizzare le modalità con cui Antonio Tabucchi affronta la riscrittura della Storia. Nello specifico mi occuperò di tre romanzi: Piazza d'Italia, Il piccolo naviglio e Sostiene Pereira. Uomo attivamente immerso nella realtà contemporanea, come dimostrano i suoi innumerevoli articoli su giornali e riviste nei quali ha sempre manifestato la propria posizione in difesa delle minoranze o contro il degrado della politica italiana, Antonio Tabucchi ha saputo conciliare impegno civile e dimensione narrativa. La sua attenzione si è principalmente rivolta verso l'Italia, sua terra natia, e il Portogallo, luogo del suo amato poeta Fernando Pessoa, di cui è considerato il maggior conoscitore, critico e traduttore, e alla cui poetica si è profondamente ispirato. Nella terra lusitana Tabucchi ha trascorso buona parte della sua vita e con essa ha instaurato un legame non solo affettivo, ma anche professionale (è stato docente di lingua e letteratura portoghese prima a Bologna, poi a Siena) e ha così potuto conoscere a fondo sia la cultura sia la situazione politico-sociale portoghese, aspetti che confluiscono in molti dei suoi romanzi e racconti. Tra questi due poli, l'Italia da una parte e il Portogallo dall'altra, Tabucchi si muove trattando varie tematiche come il tempo, il viaggio, il sogno e quella di cui ci occuperemo in questa sede: la Storia. In Osservando il Novecento, articolo apparso su «MicroMega», Tabucchi individua come elemento comune alla cultura occidentale di tutto il Novecento l'inquietudine, concetto legato ad una serie di avvenimenti che si sono susseguiti nell'arco del secolo, come la prima guerra mondiale, l'Olocausto o l'esplosione delle prime bombe atomiche. L'interesse nei confronti della Storia si intreccia così con quello riguardante il piano esistenziale che racchiude in sé le angosce e le incertezze provate dal soggetto nei confronti della realtà circostante. Le modalità con cui l'autore affronta la tematica dell'inquietudine del soggetto, questione ravvisabile in letteratura già agli albori del secolo fanno sì che egli possa essere considerato uno scrittore postmoderno. Viene qui analizzato come la retorica postmoderna tabucchiana, di cui la dimensione fantastica e quella metanarrativa sono le caratteristiche più salienti, venga applicata alla Storia e al modo in cui questa è vissuta dal soggetto. Ciò che inoltre viene delineato è il rapporto tra Tabucchi e la letteratura, all'interno della quale la ¿logica del rovescio¿ assume importanza fondamentale. Quest'ultima, consistente nel continuo cambio di prospettiva, è intesa dall'autore come strumento di indagine della realtà che, se applicato alla riscrittura della Storia, può risvegliare le coscienze e fare emergere aspetti che solitamente sfuggono a un'abituale osservazione del mondo circostante. L'insieme di questi elementi sono gli stessi che riscontriamo nei tre romanzi storici dell'autore, all'interno dei quali possiamo inoltre ravvisare altri aspetti ricorrenti nella letteratura tabucchiana, come l'insistenza sul tema dell'identità, la presenza sconcertante del sogno e il senso di solitudine provato dai personaggi i quali, allo stesso tempo, manifestano la loro fiducia nei confronti della narrazione come mezzo di conoscenza.
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