ITA
La tesi si colloca sulla scia degli studi sui linguaggi mediatici introdotti da Bruno Migliorini e soprattutto da Tullio De Mauro; essa pone infatti lo specifico linguaggio giornalistico in rapporto con lo sviluppo della lingua italiana neostandard. In particolar modo detto rapporto è stato analizzato facendo riferimento a un particolare livello di analisi, quello lessicale, per confermare l'ipotesi di un giornalismo attivo nel creare e veicolare neologismi nell'italiano moderno. Quest'obiettivo è stato raggiunto nella tesi attraverso un'indagine svolta su quattro quotidiani online di rilevanza nazionale (Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa), da cui sono stati tratti una dozzina di numeri per ciascun giornale e in essi tutti gli articoli di politica e di cronaca. Questi sono stati quindi spogliati in modo da desumere un buon numero di neologismi, che sono stati sottoposti in un secondo momento a numerosi controlli su dizionari di lingua italiana e dizionari di neologismi perché potessero essere verificati la data di prima attestazione di detti lessemi e l'eventuale loro inserimento in quelli che sono gli strumenti lessicografici di riferimento di una lingua standard. Dai dati raccolti sono scaturiti un piccolo dizionario neologico e una serie di considerazioni su temi quali: il ruolo di primaria e autorevole fonte di neologismi spettante al giornalismo; la conferma delle linee editoriali scelte da ogni giornale consultato in base al numero di neologismi trovati in ciascuno di essi; la maggiore predisposizione del settore politico alla creazione e all'accoglimento di nuovi termini rispetto a quello cronachistico; e, infine, l'inserimento dei neologismi all'interno dei dizionari, che risulta piuttosto cauto e anche casuale.
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