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L'obiettivo di questa tesi è stato quello di esaminare quattro testi ("Der Tod in Venedig" di Thomas Mann, "La Novella del Buon Vecchio e della Bella Fanciulla" di Italo Svevo, "Disgrace" di J. M. Coetzee e "Memoria de mis putas tristes" di Gabriel García Márquez) tenendo in considerazione due principali prospettive: da una parte la definizione del topos letterario che vede un anziano intellettuale innamorato di un/a giovane e dall'altra l'inserimento dei testi all'interno di un "discorso amoroso". L'ossatura del nostro studio si fonda su quella che abbiamo definito "proposizione d'amore": io-ti-amo. Ai tre elementi grammaticali che formano la frase corrispondono i tre capitoli della presente analisi: Soggetto (io), Oggetto (ti) e Verbo (amo). Abbiamo individuato come Soggetto il vecchio intellettuale (cap. 1), sottolineando in che senso possa essere considerato il luogo espressivo di una torsione auto-biografica e inevitabilmente ironica rispetto a ciascun autore (§ 1), la posizione di soglia che occupa tanto rispetto alla vita in generale quanto rispetto al ruolo che assume nella società (§ 2) e la glorificazione di questa soglia attraverso l'esperienza insieme inebriante e straniante dell'amore (§ 3). Successivamente, abbiamo spostato la nostra lente di ingrandimento sulla paradossale condizione insieme passiva e attiva del giovane Oggetto (cap. 2), concentrandoci sulle caratteristiche comuni e generali dei nostri diversi "oggetti" (§ 1), sulla funzione "speculare" di auto-riconoscimento che l'esperienza d'amore riveste per loro (§ 2), sulla centralità dell'atto del nominare all'interno di questa esperienza (§ 3) e sulla presenza di ulteriori figure femminili con funzione di mediazione tra i nostri "soggetti" e "oggetti" (§ 4). Infine, il centro del nostro discorso è stato occupato dal Verbo e dalle sue molteplici declinazioni (cap. 3), facendo emergere in particolare la dimensione insieme "incestuosa" ed "educativa" dell'amare (§ 1), quella "genit(ori)ale-vampiresca" (§ 2), quella del senso di colpa mascherato proprio fastidiosamente presente (§ 3) e quella della compresenza in "equilibrio metastabile" dell'elemento apollineo e di quello dionisiaco (§ 4).
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