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Las puertas de lo posible di José María Merino, pubblicato nel 2008, è una raccolta di racconti in cui l'autore rende omaggio a un genere particolare di narrazione fantastica, quello della fantascienza. Più specificamente l'opera appartiene al genere distopico, ovvero a quelle opere di avvertimento che mirano a far prendere coscienza al lettore delle possibili conseguenze dei suoi comportamenti: opere di avvertimento in cui vengono presentate situazioni indesiderabili, talvolta apocalittiche, che il lettore è portato a rifiutare in quanto sgradevoli e nelle quali non riesce a orientarsi e a identificarsi. Questo senso di disorientamento, di distacco critico che il lettore prova è maggiore e particolarmente prezioso in un'opera come Las puertas de lo posible. Tanto più il lettore prende le distanze dal mondo descritto nei racconti, infatti, tanto più l'autore riesce nel suo intento di denuncia e di condanna dei meccanismi che governano il nostro mondo. L'autore rivela una serie di aspetti problematici della nostra società, e il lettore è sollecitato ad assumerli, a riconoscerli e a prendere una posizione. Merino condensa, nei suoi racconti, le angosce e le problematiche che sono state al centro del dibattito giornalistico, sociale, politico e culturale del primo decennio del 2000: problemi ecologici, cambiamenti climatici e scenari futuri; i fanatismi religiosi e il potere delle Chiese; gli attentati e la guerra al terrorismo; il rapporto sempre più simbiotico dell'uomo con la tecnologia... La traduzione di alcuni brani dell'opera ha evidenziato problemi di traduzione di ordine più generale e altri dovuti invece alle peculiarità linguistiche specifiche di questa raccolta.
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