Introduzione. Lo studio nasce dal desiderio di dare luce alla figura professionale dell'infermiere all'interno delle carceri poiché raramente se ne sente parlare essendo un luogo di lavoro complesso, al di fuori del contesto ospedaliero.
Obiettivi. Far emergere la figura ed il vissuto dell'infermiere che svolge la sua professione nel contesto penitenziario analizzando la normativa che regola l'assistenza sanitaria all'interno degli istituti penitenziari, conoscere la tipologia di lavoro, quali sono le patologie che si riscontrano più frequentemente tra i detenuti, individuare i rischi in cui incorrono più sovente gli infermieri nel rapporto con il detenuto, l'eventuale presenza di stress lavoro-correlato e conoscere quali sono le difficoltà riscontrate dall'infermiere in questa realtà basandomi sull'analisi di alcuni articoli del Codice Deontologico dell'Infermiere del 2009.
Materiali e metodi. E' stata condotta una ricerca quantitativa di tipo osservazionale mediante l'utilizzo di un questionario da me auto-prodotto composto da 26 quesiti, rivolto agli infermieri degli Istituti Penitenziari delle città di Cuneo e Saluzzo, i cui temi sono: contesto, organizzazione del lavoro, aspetti valoriali della professione infermieristica.
Risultati. I questionari sono stati somministrati nel mese di Gennaio 2019. Hanno partecipato 18 infermieri: 10 del carcere di Saluzzo e 8 di Cuneo, il 72% ha un'età compresa tra i 24 e 34 anni, l'89% è di genere femminile, nessun infermiere lavora in carcere da più di 5 anni e il 63% del campione ha avuto una precedente esperienza di lavoro in area territoriale. Le patologie che si riscontrano maggiormente tra i detenuti sono di natura psichica, patologie croniche (diabete, ipertensione) e malattie infettive, pertanto gli operatori sono esposti soprattutto al rischio biologico, aggressioni fisiche e psicologiche.
Discussione. Nelle risposte di molti quesiti in entrambe le realtà indagate emerge esserci una similitudine, dato molto importante poiché indica che l'assistenza infermieristica viene erogata in modo equo anche in strutture diverse. Nell'ambiente penitenziario l'infermiere ha un rischio elevato di incorrere nello stress lavoro-correlato e di sviluppare burn-out, data la tipologia di utenti, il rilevante carico emotivo e legato allo stress psicologico subìto per le ricorrenti aggressioni verbali. Per tutelare la loro sicurezza gli operatori devono mettere in atto diverse azioni: utilizzo dei D.P.I., attenersi alle indicazioni della Polizia Penitenziaria, mai stare soli con i detenuti e saper mettere in atto tecniche di de-escalation. E' importante guardare la persona che c'è dietro al detenuto in quanto è una persona con dei bisogni e va considerato come un cittadino libero.
Conclusione. Grazie al contributo del personale infermieristico, questo elaborato ha sottolineato vari aspetti organizzativi e valoriali della professione che l'infermiere vive nella realtà penitenziaria. L'infermiere deve garantire la salute e la dignità della persona ed essere in grado di creare "un'atmosfera psicologicamente terapeutica". E' importante il confronto e la collaborazione d'équipe. L'infermiere è tenuto ad agire con responsabilità secondo princìpi giuridici, etici, deontologici e professionali: è responsabile unicamente della salute della persona assistita e si mostra come soggetto ¿neutrale¿ rispetto alla situazione giudiziaria del detenuto.
Introduction. The study born from to desire to give light to the professional figure of the nurse in prisons because it is rarely hear about it, it's a complex workplace, outside the hospital context.
Objectives. To bring out the figure and the experience of the nurse who carries out his profession in the prison system, analysing the legislation which regulates health care within prisons, understanding the type of care work, discovering what are the most common diseases among prisoners, identifying the risks that the nurses incur more frequently in their relationship with the prisoner, verifying the presence of work-related stress and knowing what are the difficulties encountered by the nurse in this reality, based on the analysis of some articles of the 2009 Deontological Nursing Code.
Materials and methods. A quantitative observational research was conducted using a self-produced questionnaire composed of 26 questions addressed to nurses of the Penitentiary Institutes of the cities of Cuneo and Saluzzo, whose themes are: context, organization of work, values of the nursing profession.
Results. The questionnaires were administered in January 2019. 18 nurses took part: 10 of Saluzzo and 8 of Cuneo, 72% are aged between 24 and 34 years, 89% are female, no nurses have been working in prison for more than 5 years and 63% of the sample had previous work experience in the local area. The diseases that are most common among prisoners are of a psychic nature, chronic diseases (diabetes, hypertension) and infectious diseases, therefore operators are exposed above all to biological risk, physical and psychological attacks.
Discussion. In the answers of many questions in both the investigated realities there appears to be a similarity, a very important fact since it indicates that nursing care is delivered equally even in different structures. In the penitentiary environment the nurse has a high risk of incurring in work-related stress and developing burn-out, given the type of users, the significant emotional load and related to the psychological stress suffered for recurrent verbal aggression. To protect their own safety, operators must carry out several actions: use PPE, follow the instructions of the Penitentiary Police, never stay alone with the prisoners and know how to put in place de-escalation techniques. It is important to look at the person behind the prisoner as a person with needs and should be considered a free citizen.
Conclusion. Thanks to the contribution of the nursing staff, this paper has underlined various organizational aspects and values of the profession that the nurse lives in the penitentiary reality. The nurse must guarantee the health and dignity of the person and be able to create a "psychologically therapeutic atmosphere". Team comparison and collaboration is important. The nurse is required to act responsibly according to legal, ethical, deontological and professional principles: he is solely responsible for the health of the assisted person and shows himself as a "neutral" subject with respect to the prisoner's judicial situation.