L’olio alimentare esausto (used coocking oil, UCO) è considerato un rifiuto urbano non pericoloso, tuttavia risulta non biodegradabile; se disperso nell’ambiente, può inquinare corpi idrici e sottosuolo, causando ingenti danni economici oltre che ambientali. È quindi importante che gli UCO vengano raccolti e differenziati dagli altri rifiuti, in modo da essere recuperati e, almeno in parte, trasformati in materie prime riutilizzabili. Attualmente gli UCO vengono convertiti quasi interamente in fonti di energia rinnovabile e biocarburanti. Lo scopo di questo lavoro di tesi è proporre l’impiego alternativo degli UCO per la trasformazione in prodotti ad azione detergente, da destinare alla pulizia di superfici dure o per lavaggio a mano di indumenti. L’olio esausto, oggetto della ricerca, è stato fornito da MPoli s.r.l., una delle aziende attive sul territorio piemontese, che si occupa di raccogliere gli UCO sia da attività di ristorazione sia di provenienza domestica. Sono stati effettuati test analitici sui campioni di olio esausto a disposizione, provenienti da lotti differenti ma tutti costituiti esclusivamente da olio di girasole usato. Sono stati quindi determinati i principali parametri chimico-fisici (densità, indice di rifrazione, numero di acidità, numero di perossidi, numero di iodio); in parallelo sono state svolte le medesime analisi anche su campioni dello stesso olio, ma vergine, al fine di comparare gli analoghi parametri quali-/quantitativi. I dati analitici hanno mostrato valori di densità e indice di rifrazione in linea con quelli riportati in Farmacopea, mentre numero di acidità, numero di perossidi e numero di iodio si sono moderatamente discostati da quelli di riferimento. Tramite reazione di saponificazione della massa grassa in presenza di idrossido di potassio, è stato ottenuto il sapone fluido, che ha costituito il tensioattivo primario (anionico) per realizzare detergenti fluidi con caratteristiche di stabilità, facilità d’uso ed efficacia confrontabili con prodotti commerciali di analogo impiego. Nello studio formulativo si sono quindi provate miscele di differenti tensioattivi ausiliari (anionici, anfoteri e non ionici) in abbinamento a diverse concentrazioni di additivo reologico (in alternativa, l’idrossietilcellulosa, il sodio cloruro o un polimero sintetico), con l’obiettivo di individuare la composizione più stabile, ma al contempo più soddisfacente in termini di prestazioni e capacità pulenti. Il sapone ottenuto per idrolisi basica dagli UCO, così come i detergenti fluidi da esso preparati, sono stati sottoposti a caratterizzazione chimico-fisica e a test di invecchiamento accelerato. Sono stati condotti test di efficacia (capacità detergente, potere bagnante, potere schiumogeno), adattando metodi e protocolli impiegati nei laboratori specializzati nel controllo della qualità e dell’efficacia.
Per comprendere la percezione dei cittadini relativa ai danni causati da uno smaltimento improprio degli UCO, è stato elaborato un questionario con l’obiettivo di indagare le abitudini nella gestione di tali rifiuti, ma al contempo sensibilizzare la popolazione coinvolta rispetto ad un problema ad elevato impatto ambientale. Sebbene solamente il 55% degli intervistati effettui una corretta raccolta, la maggior parte delle persone si è detta favorevole ad incrementare le azioni sul territorio e a destinare questi rifiuti alla rigenerazione di nuove materie prime.