Non-celiac gluten/wheat sensitivity: analysis of a cohort of patients
Sensibilità al glutine/grano non celiaca: analisi di una coorte di pazienti Elisa Olivero Abstract Background: La patogenesi della sensibilità non celiaca al glutine/grano (NCGS/WS) non è ancora nota e non esistono specifici marcatori per la diagnosi. Lo scopo di questo studio osservazionale proof-of-concept è stato quello di analizzare gli aspetti clinici e psicologici oltre alla composizione del microbiota/micobiota di soggetti con sospetta NCGS/WS, in base alla loro risposta al gluten challenge test con glutine (DBPC). Metodi: I primi 50 soggetti con sospetta NCGS/WS che hanno mostrato una riduzione dei sintomi maggiore del 30% a seguito di una dieta di sei settimane priva di glutine e a basso contenuto di FODMAP (oligo, di e monosaccaridi fermentabili e polioli) sono stati sottoposti al test con glutine, con cross-over con placebo, inframezzato da una settimana di wash-out. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere prima o il glutine o il placebo. Entrambi i composti erano contenuti in capsule di aspetto, gusto, colore e consistenza indistinguibili. Sia i partecipanti che gli sperimentatori erano in cieco rispetto al contenuto delle capsule. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti alla misurazione dei parametri antropometrici, alla compilazione di questionari psicometrici e alla raccolta di campioni fecali. Risultati: Ventisette soggetti su cinquanta (54%) sono risultati positivi, cioè responsivi al glutine, e sono stati classificati come NCGS, mentre i rimanenti 23 erano responsivi al placebo. Il livello di istruzione e l’effetto ordine (ovvero la sequenza in cui il trattamento è stato somministrato) hanno avuto un impatto sui risultati. I soggetti con NCGS hanno mostrato un rischio significativamente più basso di manifestare disordini alimentari e un migliore score di salute mentale rispetto ai partecipanti responsivi al placebo (rispettivamente: 0% vs 17.4%, p=0.024 per i disordini alimentari e 20.8±3.3 vs 17.7±4.0, p=0.004 per lo score di salute mentale). Questi risultati sono stati confermati dall’analisi di regressione logistica (OR=0.87; 95%CI 0.76-0.98, p=0.021 per il rischio di disordini alimentari e OR=1.30; 1.06-1.59, p=0.009 per lo score di salute mentale). L’α-diversità del microbiota e del micobiota non è risultata significativamente differente nei due gruppi. L’analisi PCoA (Principal Coordinate Analysis) ha mostrato una separazione nella risposta alla gluten challenge (p = 0.039). L’analisi di regressione multipla ha mostrato che la frequenza di Bacteroides (p = 0.05) e Parabacteroides (p = 0.007) era minore nei soggetti con NCGS mentre quella di Blautia (p = 0.009) e Streptococcus (p = 0.007) maggiore. Gli individui NCGS hanno mostrato un aumento nella frequenza di Kluyveromyces, che però non è stata confermata nel modello di regressione multipla. Conclusioni: Quasi metà dei partecipanti con sospetta sensibilità al glutine hanno riportato un peggioramento dei sintomi dopo assunzione di placebo; questi soggetti hanno mostrato uno score di salute mentale più basso, un aumento del rischio di disordini alimentari e una differente composizione del microbiota.
Non-celiac gluten/wheat sensitivity: analysis of a cohort of patients Elisa Olivero Abstract Background: The pathogenesis of non-celiac gluten/wheat sensitivity (NCGS/WS) is still unclear, and no reliable marker for its diagnosis is available. The aims of this observational “proof-of-concept” study were to analyze clinical/psychological characteristics, and gut microbiota/mycobiota composition of individuals with suspected NCGS/WS according to their response to the double-blind-placebo-controlled (DBPC) cross-over gluten challenge test. Methods: The first consecutive 50 individuals with suspected NCGS/WS who reported a ≥30% decrease in their symptoms scores after 6-weeks of gluten-free, low-FODMAPs diet were submitted to the DBPC challenge test; anthropometric measurements, psychometric questionnaires, and fecal samples were collected from all participants. Results: twenty-seven (54%) participants resulted positive (gluten-responsive) and were considered as NCGS, while 23 were placebo-responsive. There was an order effect, being education level a significant effect modifier. NCGS individuals displayed a significantly lower risk of eating disorders and a higher mental health score when compared to placebo-responsive participants, confirmed at multiple logistic regression analyses (OR=0.87; 95%CI 0.76-0.98, p=0.021, and OR=1.30; 1.06-1.59, p=0.009, respectively). The microbiota and mycobiota α-diversity did not significantly differ between-groups. Principal coordinate analyses showed a separation by responses to gluten challenge (p=0.039). Bacteroides (p=0.05), and Parabacteroides (p=0.007) frequency were lower and Blautia (p=0.009) and Streptococcus (p=0.004) higher in NCGS individuals at multiple regression analyses. NCGS individuals showed an increased Kluyveromyces frequency, that resulted not statistically significant in the multiple regression model. Conclusion: Almost half individuals with suspected gluten sensitivity reported symptoms with placebo; they showed lower mental health scores, increased risk for eating disorders, and a different gut microbiota composition.
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