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Il principio di sacralità della vita sembra rappresentare ancora, in Occidente, il fulcro della morale tradizionale, a fondamento della quale vi è l'idea che la vita umana abbia un valore infinito, sia cioè sacra, intangibile e non possa dunque mai essere violata o manipolata. L'idea che quest'ultima debba essere preservata a tutti i costi e in ogni circostanza, è sostenuta sia dai credenti che dai laici. La maggior parte delle persone crede che il principio di sacralità sia scaturito dalla tradizione ebraico-cristiana; questa tesi è stata sostenuta non soltanto dai teologi, ma anche da importanti esponenti laici. Secondo un ristretto gruppo di studiosi invece, l'origine della sacralità della vita, non sarebbe cristiana bensì pagana, G. G. Drutchas per esempio, ha accuratamente cercato di dimostrare come il riconoscimento della natura sacrale della vita appartenesse già al pensiero stoico. Al di là di queste due opposte fazioni, la sacralità della vita umana, appartiene invece ad una dimensione umana profonda, poiché essa è legata alla religiosità primordiale. È stato infatti, l'interesse naturale nei confronti del mistero che avvolge alcune parti della realtà, ad aver da sempre determinato nell'uomo la tendenza a considerarle sacre. Tra questi ambiti del reale, l'uomo ha individuato anche la vita umana. Essa, nella sua imperscrutabilità non poteva che suscitare questo tipo di esperienza, dalla quale scaturisce quel sentimento di profonda venerazione e quasi timoroso rispetto che tanti provano nei suoi confronti. La morale occidentale, è stata dunque prevalentemente orientata al principio di sacralità della vita umana. Nello sviluppo di questa cosiddetta ¿posizione tradizionale¿, alla cui base vi è l'assolutizzazione della vita biologica, si ritiene sia stata determinante l'influenza dell'ippocratismo. Si tratta del più antico paradigma medico, i cui tratti essenziali sono contenuti nel famoso Giuramento d'Ippocrate, testo che è ancora proposto ai giovani medici, nonostante sia dubbia la sua autenticità. Attualmente, molti sostengono che il paradigma ippocratico costituisca ancora, il vertice insuperato e insuperabile dell'etica medica. Oggi tuttavia, l'etica tradizionale è in crisi mortale, perché si è come dissolto il presupposto su cui si fondava. A causa dell'avvento della tecnica e della diffusione delle conoscenze, l'uomo vive ormai, in un mondo desacralizzato, cioè che non è più ¿portatore di alcun mistero¿. Inoltre, grazie alla più recente Rivoluzione biomedica, il processo di secolarizzazione, si è esteso anche al mondo organico. Questo ha determinato l'emergere di un'importante differenza, tra la vita biologica e la vita biografica. La vita umana ha cioè perso la sua indisponibilità, vale a dire che essa non è più buona in sé, ma per ciò che può offrire. Viviamo in un periodo di transizione che al di là del disorientamento che produce, offre l'opportunità di concepire un'etica migliore, ossia più umana perché in sintonia con ciò che le persone decidono per se stesse.
Owing to the considerable controversy it has engendered, the sacredness of life as both a phrase and a principle has become part of common parlance. Despite its widespread invocation and use, however, there is no consensus on how it should be defined. Particular definitions of the sanctity of life abound both among its advocates, who are either religiously or secularly oriented, and among its critics or detractors. The statement that life is sacrosanct translates into an affirmation that it is ¿intrinsically good¿ and valuable. In general, the sacredness of life means that human life has ¿inherent value¿ or is ¿ultimately meaningful¿. Meanwhile, to speak of the sacredness of life is to affirm its ¿intrinsic worth¿. Some writers, however, believe that sanctity of life as a phrase carries even more specific normative content; so they identify sacredness of life as an affirmation of the inviolability of innocent life. They contend that those who subscribe to sacredness of life position, believe that ¿it is absolutely prohibited intentionally to terminate life because all human life, irrespective of its quality or kind, is equally valuable and inviolable¿. In the end, what the sacredness-of-life doctrine prohibits is the intentional termination of innocent human life. For these people who view human life as sacred, all human life is to be regarded as equal in value, without distinction or discrimination as to differing physical or mental capacities. Moreover, these same people insist that nothing should be willfully done to threaten or harmfully intrude upon a human life, let alone terminate it. But, is human life sacred in all its forms? It was this dilemma that prompted me to explore the notion of life's sacredness. What I found is that the idea that life should be preserved at all costs and regardless of circumstances still intellectually captivates us as an ideal and holds emotional sway, even if less clearly and resolutely than before. The sacredness of life doctrine has implications for a whole host moral decisions, especially those concerning the end of life. My intention is to review and assess the various contemporary arguments that have been propounded on behalf of the sacredness of human life in bioethical decision-making, and propose an alternative stance which is more realistic and responsible in light of human circumstances today and above all, more consonant with the human will.
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