In questo lavoro ci si propone di illustrare le problematiche relative a due concetti controversi, quello del fondamento del principio di maggioranza, dibattuto nella filosofia politica, e quello di interesse sociale, molto discusso in ambito giuscommercialistico. Sembra infatti non potersi prescindere, in una definizione dell' ¿interesse sociale¿ nelle società per azioni, dal riferimento alla volontà espressa dalla maggioranza di capitale in assemblea. A metà strada tra i due temi, inoltre, si pone il problema dell'applicabilità del principio di maggioranza alle fattispecie di diritto privato. Partendo allora dal presupposto che il fondamento del principio maggioritario non possa che essere uno solo per tutti gli ambiti (pubblicistico e privatistico), nella trattazione si propone un riepilogo delle teorie su tale fondamento: quelle di ordine pratico e quelle di ordine assiologico (si tralasciano le rappresentazioni matematiche del filone logico). Dalla considerazione delle due correnti di pensiero filosofico-politiche che si dipanano dal filone assiologico (quella che ricorre al concetto di ¿eguaglianza¿, e quella che invece parla di ¿libertà¿), si propone una verifica di tali valori rispetto al principio dell'autonomia privata. Infatti, contrariamente a quanto sostenuto da prevalente dottrina giuscommercialistica, ovvero che il principio di maggioranza realizza soltanto una ¿eteronomia¿ a scapito dei singoli, si proverà a mostrare l'aspetto più partecipativo insito nel principio di maggioranza, per approdare all'ipotesi che esso realizzi una diversa autonomia (da quella realizzata dal principio di unanimità), e fedele alle ragioni innovative dell'impresa (non si tralasceranno, comunque, osservazioni sul problema del principio di voto capitalistico). Nella seconda parte del lavoro si propone una ricognizione delle due correnti principali di pensiero a proposito di ¿interesse sociale¿, l'istituzionalismo e il contrattualismo, con un percorso che parte dalle concezioni di ¿persona giuridica¿ e di ¿deliberazione assembleare¿, si arriva ad affrontare i temi relativi all'interesse sociale, per come sono stati trattati nel dibattito giuridico tedesco e italiano fin dall'inizio del XX secolo. Si propone una rassegna, quindi, delle principali teorie istituzionaliste e contrattualiste, con brevi accenni a considerazioni più attuali, come le ipotesi di ¿neoistituzionalismo¿, e la configurazione dell'opposizione shareholders-stakeholders, con cenni di alcune illustri critiche.
Nell'ultima parte, infine, si prende in considerazione l'abuso di potere della maggioranza, per vedere come ritorni, nella fattispecie ormai superata dell'eccesso di potere, il problema della circolarità tra principio di maggioranza e interesse sociale segnalato supra. Si accenna anche agli orientamenti che hanno fatto leva sulle clausole generali di buona fede e correttezza e, in conclusione, dei limiti di tali clausole individuati da Francesco Denozza. Di questo Autore si mostrerà, per concludere, la concezione della società per azioni come fenomeno mercantile e politico, con un interessante sguardo alla norma sul conflitto d'interessi.