ITA
La valorizzazione del Made in Italy è indicata da molti come la soluzione per affrontare un mondo sempre più preda del fenomeno della globalizzazione e sottrarsi alla mera competizione sul prezzo. Oggigiorno, la questione è al centro di un dibattito che coinvolge politici ed economisti, produttori e consumatori, istituzioni private e pubbliche, che faticano ad accordarsi e trova un modo condiviso per rilanciare il Made in Italy. La cultura e il know-how italiani vengono esportati in tutto il mondo e riconosciuti a livello internazionale, tanto che il Made in Italy è diventato sinonimo di qualità eccelse e non replicabili altrove. Il mio elaborato si pone, in primis, l'obiettivo di analizzare in che maniera è strutturata la legislazione nazionale, europea e internazionale, al fine di comprendere pienamente a chi spetti la competenza decisionale in materia di etichettatura delle merci e chi sia effettivamente legittimato ad utilizzare la dicitura «Made in Italy». La necessità di avere un sistema legislativo più chiaro e più solido deriva dal fatto che la globalizzazione dei mercati ha portato ad un aumento della pressione competitiva, i cambiamenti e le rivoluzioni sul fronte economico, così come su quello politico e sociale. Oltre alle sfere politico-legislativa ed economica, questo mutato scenario internazionale ha comportato un forte cambiamento nel modo di intendere e di percepire la qualità, elemento tanto decantato ea volte abusato da chi produce italiano, nonché un fondamentale fattore su cui molte imprese basano il proprio vantaggio competitivo. Non a caso, sono gli stessi produttori a chiedere maggiore tutela per la corretta indicazione della provenienza e dell'origine dei prodotti. Il Governo russo, a seguito del piano avviato per differenziare la propria economia, cerca di attirare investimenti stranieri, proponendo alle aziende interessanti vantaggi fiscali alla condizione di produrre in loco. Questa strategia ha spinto le imprese italiane fortemente colpite dalle sanzioni e interessate a mantenere la loro presenza in Russia a passare dal Made in Italy, ovvero «prodotto in Italia», al Made with Italy, cioè «fatto insieme all'Italia», col fine di rafforzare la produzione locale, conservare elevati standard d'eccellenza, il vero punto di forza di questa tipologia di prodotti. L'opportunità è stata colta, in particolar modo, dalle imprese operanti nel sistema Agro-alimentare, sicuramente il più colpito dalle sanzioni e della contro-sanzioni. Eataly, in questo senso, ha dimostrato come sia possibile produrre in Russia con know-how italiano e mantenere elevati standard di qualità, aprendo un centro gastronomico a Mosca, dove vengono venduti oltre 6.000 prodotti Made in Italy e Made with Italy. ​
The enhancement of Made in Italy is indicated by many as the solution to face a world increasingly prey to the phenomenon of globalization and escape the mere competition on price. Today, the issue is at the center of a debate that involves politicians and economists, producers and consumers, private and public institutions, who struggle to agree and find a shared way to relaunch Made in Italy. Italian culture and know-how are exported all over the world and recognized internationally, so much so that Made in Italy has become synonymous with excellent quality that cannot be replicated elsewhere. My paper has, first of all, the objective of analyzing how national, European and international legislation is structured, in order to fully understand who has the decision-making competence in the labeling of goods and who is actually entitled to use the words "Made in Italy". The need for a clearer and more solid legislative system stems from the fact that the globalization of markets has led to an increase in competitive pressure, changes and revolutions on the economic front, as well as on the political and social front. In addition to the political-legislative and economic spheres, this changed international scenario has led to a strong change in the way of understanding and perceiving quality, an element much praised and sometimes abused by those who produce Italian, as well as a fundamental factor on which many companies base their own competitive advantage. Not surprisingly, it is the producers themselves who ask for greater protection for the correct indication of the provenance and origin of the products. The Russian government, following the plan launched to differentiate its economy, tries to attract foreign investments, offering companies interesting tax advantages on the condition of producing locally. This strategy has pushed Italian companies heavily affected by the sanctions and interested in maintaining their presence in Russia to move from Made in Italy, or "produced in Italy", to Made with Italy, that is "made together with Italy", with the aim to strengthen local production, maintain high standards of excellence, the real strength of this type of product. The opportunity was seized, in particular, by the companies operating in the Agro-food system, certainly the most affected by the sanctions and counter-sanctions. Eataly, in this sense, has demonstrated how it is possible to produce in Russia with Italian know-how and maintain high quality standards, opening a gastronomic center in Moscow, where over 6,000 Made in Italy and Made with Italy products are sold. ​
IMPORT DA TESIONLINE