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Le riforme della spesa pubblica Italiana sono cominciate con l'aggregazione della spesa per beni e servizi eseguita dall'Economato generale. L'esperienza delle due guerre mondiali e le politiche di welfare nei primi tre quarti del XX secolo hanno enormemente potenziato la macchina amministrativa statale, rendendone anche più complesso il controllo. La riforma degli anni Novanta ha avvicinato il modello di funzionamento dell'amministrazione pubblica a quello di un attività privata riducendone i costi. A cavallo del millennio è stata istituita la Consip S.p.A. con l'incarico di realizzare i primi accordi quadro per la razionalizzazione della spesa per la fornitura di beni e servizi realizzando i primi strumenti di e-procurement. La manovra, malgrado alcune incertezze, ha successo e la legge finanziaria del 2007 introduce le centrali di committenza regionali. Nel 2011 nasce la figura della Stazione Unica Appaltante: un unico ente che redige le gare (c.d. su delega). Il processo di concentrazione degli acquisti compie un'ulteriore passo con l'introduzione nel 2014 dei soggetti aggregatori. Le procedure di acquisizione svolte in forma aggregata fra più amministrazioni presentano, però, ingenti costi in termini di tempo e di organizzazione, per cui è necessario prestare particolare attenzione alla programmazione e alla progettazione della gara. Si deve anche utilizzare particolari accorgimenti idonei a ridurre i rischi di distorsione del mercato. Gli strumenti di e-procurement, di cui sono dotate le stazioni appaltanti più professionalizzate, sono funzionali a garantire maggiore trasparenza, economicità, sviluppo tecnologico, rapidità delle gare e di controllo, ampia partecipazione e, dunque una maggiore dinamicità del mercato. Consip ha avviato diversi progetti di analisi della spesa di beni e servizi, il progetto cha ha coinvolto le università risulta particolarmente interessante per due ragioni: gli atenei trattano un ampio ventaglio di categorie merceologiche e sono dotati di ampia autonomia di spesa, la cui aggregazione porta rilevanti risparmi. I modelli organizzativi e le iniziative elettroniche sperimentati sono stati successivamente esportati su scala nazionale. Il terzo capitolo analizza le attuali tecniche per gli appalti elettronici previsti dall'ordinamento, vagliandone le principali criticità. Attraverso il confronto fra le comuni cause di inefficienza della pubblica amministrazione italiana con le realtà nazionali più virtuose, il primo paragrafo del quarto capitolo tenta di evidenziare su quali aspetti è possibile intervenire per migliorare. L'analisi sull'e-procurement è inevitabilmente legata alla diffusione dell'e-Government e al miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini che ne consegue. Indirettamente, e-Government incrementa la vendita di prodotti tecnologici e l'integrazione delle tecnologie digitali anche fra privati, favorendo la partecipazione e la trasparenza. La diffusione a macchia di leopardo dei sistemi informatici all'intero della pubblica amministrazione ha ridotto l'interoperabilità delle varie banche dati, recentemente si sta lavorando con l'intento di risolvere questa criticità che rallenta la macchina pubblica. Un'attenta analisi costi-benefici induce a pensare che la permanenza di tanti sistemi inter-operabili, di difficile accesso alle amministrazioni più piccole, per i quali è necessario garantire numerosi standard, sono meno competitivi di un sistema unico centralizzato e condiviso.
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