Gli eventi della Seconda guerra mondiale evidenziarono l’immenso potere dei giornali come strumento di manipolazione e propaganda. In realtà, il fatto che il giornalismo fosse in grado di ribaltare gli esiti della guerra e dirottare senza difficoltà l’opinione pubblica era noto già ai tempi della Guerra in Crimea. Quando William Howard Russell, padre di tutti i reporter di guerra, raggiunse il fronte per poter documentare da vicino la vita dei soldati, il governo inglese si aspettò di riscattare approvazione dai cittadini. Questo forse sarebbe successo se Russell non fosse stato talmente autentico e schietto da raccontare nitidamente gli assurdi avvenimenti che accadevano tra gli accampamenti dell’esercito inglese, scagliando contro lo Stato una massa di lettori umiliati e inferociti. I mezzi di comunicazione divennero centrali nelle strategie di persuasione dei governi dittatoriali, così Italia e Germania trasformarono i giornali nel loro cavallo di battaglia. Va da sé che Hitler e Mussolini non avrebbero mai permesso che si verificassero incidenti di percorso in campo comunicativo, così recisero la libertà di Stampa e ampliarono la propria influenza anche ai giornali indipendenti, sottomettendoli alle loro volontà. Facciamo ora un salto in avanti: in questi ultimi due anni di emergenza sanitaria a causa del diffondersi dell’infezione da SARS-CoV-2, le testate giornalistiche hanno avuto un ruolo centrale nell’aggiornare i lettori sull’andamento del contagio. Con l’avvento del digitale si era già verificata un’incredibile evoluzione nel settore giornalistico; ora, con l’avanzamento della pandemia, la richiesta di informazione spicca alle stelle e i professionisti della comunicazione devono riuscire a ottenere la massima copertura mediatica rispondendo con chiarezza, oggettività e velocità alla mole informativa. Alcuni reporter hanno però ingigantito ogni notizia creando panico e terrorismo mediatico tra i cittadini, sperperando titoli strillanti e articoli sensazionalistici che hanno messo a repentaglio l’intera categoria. Da qui nasce l’idea della mia tesi di laurea: l’emergenza scatenata dal Coronavirus è stata paragonata ad una vera e propria battaglia durante la quale si deve lottare per sconfiggere la minaccia che ha creato disastrose conseguenze sul lato sanitario ed economico di ogni Paese del mondo, proprio come accade in guerra. Sul lato giornalistico invece, seppur per molti aspetti si possa percepire un’assonanza tra la copertura mediatica della Seconda guerra mondiale e quella dell’emergenza sanitaria, sussistono delle differenze sostanziali che andrò a illustrare nella mia tesi.