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Il lavoro si apre con un primo capitolo in cui si fornisce una introduzione sugli albori dell’art.81, il quale trova applicazione in materia di bilancio e finanza pubblica, fino alla modifica apportata il 18 aprile 2012, con una maggioranza così ampia, superiore ai 2/3, tale per cui non sarà possibile ricorrere ad un eventuale Referendum popolare per abrogarlo o confermarlo. In pochi giorni l’Italia potrà, dunque, vantare di avere nella propria Costituzione l’obbligo di pareggio nel bilancio dello Stato. Nel frattempo, il dibattito sul tema si amplia a livello internazionale. Negli Stati Uniti, per esempio, cinque Premi Nobel e altri prestigiosi economisti firmano un appello, destinato al Presidente Obama, contro “qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio”. Nel secondo capitolo si analizza in dettaglio il pareggio di bilancio all’interno del quadro Europeo partendo dai parametri di Maastricht proseguendo con il Fiscal Compact e tutto il quadro normativo dell’Unione. Si va a concludere con un parallelismo tra le Costituzioni di alcuni Stati Membri europei, quali Germania, Francia e Spagna, e sui relativi dibattiti circa l’’inserimento del pareggio di bilancio. Infine, introducendo la regola del vincolo di bilancio in costituzione, nell’ultimo capitolo si disamina il debito pubblico internazionale, ponendo particolare attenzione su quello italiano, e il tentativo di un concreto risanamento dei conti pubblici che, puntando ad un equilibrio strutturale di lungo periodo, consenta un autonomo finanziamento della spesa e il conseguimento di un livello di indebitamento sostenibile. In conclusione, questo lavoro di tesi dimostra come l’introduzione della Legge Costituzionale 1/2012 non ha solamente apportato modifiche agli art. Cos. 81, 97, 119, 117 ma ha avuto anche importanti conseguenze economiche, risultando quindi un vero e proprio azzardo finanziario.
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