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Il mondo islamico conta ad oggi più di 1,6 miliardi di fedeli nel mondo e rappresenta un promettente mercato caratterizzato da una forte identità religiosa e dal rispetto dei precetti della dottrina islamica. Gli insegnamenti del Corano regolano, infatti, ogni aspetto della vita del fedele, influenzandone fortemente le abitudini, le relazioni sociali e, non ultimi, i consumi. Per adempiere i comandamenti imposti dalla dottrina, il musulmano ricerca e acquista prodotti definiti halal, termine arabo che significa ¿lecito¿. Essi contengono sostanze permesse per loro natura o ottenute secondo dettami etico/religiosi ben definiti e sono certificati da un ente islamico riconosciuto che assicura l'assenza di sostanze ¿non permesse¿ o haram. Ad eccezione del settore alimentare, per lungo tempo le aziende occidentali hanno ignorato queste esigenze, considerando, erroneamente, che i precetti del Corano si riferissero esclusivamente alla preparazione di cibi e bevande. Tuttavia, negli ultimi anni, i flussi migratori dei fedeli islamici in Europa e nel Nord America e le prospettive offerte dai mercati del Medio e dell'Estremo Oriente hanno progressivamente modificato tale visione, stimolando la curiosità e l'interesse dei produttori occidentali in settori differenti, come quello dei cosmetici. Le consumatrici musulmane sono da sempre molto attente alla cura del corpo e alla qualità dei prodotti che utilizzano, ma negli ultimi anni esse ricercano cosmetici rispettosi della dottrina islamica che riportino marchi di certificazione halal. Il fenomeno ha avuto origine nel Sud-Est asiatico, dove in molti paesi la popolazione musulmana rappresenta oltre l'80%, e si sta diffondendo rapidamente in Medio Oriente. In Occidente, ad oggi, il numero delle aziende che producono cosmetici halal è esiguo e, per la maggior parte, essi sono destinati all'esportazione, tuttavia in alcune nazioni maggiormente all'avanguardia, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, sono recentemente apparse sul mercato interno alcune linee cosmetiche halal; in Italia, invece, non sono per ora disponibili cosmetici certificati. Il settore è in rapida crescita e la domanda appare parzialmente inespressa e scarsamente servita: considerando che i fedeli musulmani rappresentano il 25% della popolazione mondiale, i margini di crescita sono notevoli. Inoltre, le elevate garanzie di qualità assicurate dalla certificazione halal rendono questi prodotti interessanti anche per il consumatore non osservante i precetti del Corano, ma più attento ed esigente. Il mondo musulmano è però complesso, pertanto è indispensabile una profonda conoscenza della dottrina islamica e delle tradizioni dei singoli stati a cui tali prodotti sono destinati, poiché non esiste, ad oggi, un disciplinare universalmente condiviso. E' altresì necessaria un'attenta valutazione dei costi correlati alle procedure di certificazione e dei requisiti da soddisfare per ottenerla, tenendo conto dell'obbligo di utilizzo di materie prime certificate e delle difficoltà formulative legate al divieto d'uso di alcune sostanze, come l'alcol etilico. Quindi, seppure vadano riconosciuti i rischi commerciali, le previsioni di crescita del mercato dei cosmetici halal costituiscono una reale opportunità di rilancio per le aziende, in particolare per quelle italiane, e di dialogo ed integrazione fra l'Occidente e il mondo islamico.
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