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Nella relazione di tesi ''Origine e ruolo dello smart working nella società contemporanea'' viene analizzato il fenomeno dello smart working, approdo di un lungo processo di sperimentazioni, iniziato con le pratiche del lavoro a domicilio e del telelavoro. Il primo capitolo dell'elaborato presenta un breve inquadramento normativo dello smart working, definito come una modalità di esecuzione del lavoro subordinato che lascia autonomia nella scelta degli spazi, orari e strumenti da utilizzare e prevede un'organizzazione delle attività per obiettivi. Si passa poi a un esame di quelli che sono gli effetti che l'implementazione della pratica produce in diversi contesti: economico, sociale ed ambientale. Le aziende registrano aumenti del livello di produttività e una significativa riduzione dei costi normalmente sostenuti in caso di costante permanenza dei dipendenti nel luogo di lavoro. Il lavoratore, avendo maggiore flessibilità nell'organizzazione degli spazi e tempi di lavoro, sarà in grado di raggiungere un miglior equilibrio fra vita lavorativa e privata. Non mancano effetti benefici anche per la collettività nel suo complesso considerata: dalla riqualificazione degli spazi condivisi dalla comunità per offrire nuovi stimolanti luoghi di lavoro, all'alleggerimento del settore dei trasporti con una conseguente riduzione delle emissioni inquinanti. La nuova pratica innovativa presenta però anche una serie di problematiche: il burnout, l'iperconnessione, la time porosity sono soltanto alcuni degli elementi critici caratterizzanti lo smart working, che devono essere affrontati da dipendenti e alta direzione. Lo smart working si configura come un vero e proprio modello organizzativo e, in quanto tale, necessita dell'individuazione di personale ad hoc che possa guidare tutto il suo processo di attuazione in azienda. Sarà necessario lavorare anche sull'aspetto della cultura aziendale che dovrà essere rivisitata, cercando di valorizzare aspetti come la fiducia nei confronti dei dipendenti, la loro responsabilizzazione e la proattività. Si tratta di un cambiamento che dovrà partire dall'alta direzione, che si dovrà impegnare ad adottare una valutazione delle performance 'per obiettivi', sulla base di 'logiche di risultato' e non di 'ore lavorate'. Per una corretta implementazione dello smart working, infine, l'azienda dovrà effettuare ingenti investimenti nell'ambito delle tecnologie digitali, per garantire adeguati supporti hardware e software a tutti i dipendenti che non operano in sede. Nel quarto capitolo vengono illustrati tre casi di implementazione della pratica in diverse realtà aziendali: da Siemens, multinazionale di origine tedesca, in cui lo smart working si configura come fattore abilitante di innovative modalità di lavoro, fino all'esperienza di due importanti colossi del tessuto imprenditoriale italiano, quali Tim e Ferrero. Infine,l'ultimo capitolo presenta un approfondimento di quella che è stata la svolta impressa dal Coronavirus sul lavoro agile.Si parla dei provvedimenti legislativi che sono stati adottati per far fronte alla situazione di emergenza nell'ambito imprenditoriale e degli ostacoli incontrati dalle imprese, dovuti ad una generale situazione di arretratezza tecnologica e culturale. La relazione di laurea è stata scritta usufruendo del materiale presente nella Biblioteca di Economia e Management di Torino e dell'archivio della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e con il supporto di materiale sitografico.
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