Nella società odierna l'alcolismo è considerato una piaga sociale, una delle malattie sempre più sottovalutate, soprattutto dai giovani, che vi scivolano con pochissima coscienza del rischio a cui si espongono. Il problema principale è che l'alcol viene legalmente consumato e attivamente pubblicizzato dai mezzi di comunicazione e di massa, per questo non risulta così nocivo come l'uso di droghe illegali. Ma a fronte di poche centinaia di morti di droga all'anno, in Italia, si contano decine di migliaia di morti causati dall'abuso di bevande alcoliche.
Rispetto al passato l'uso e la funzione di alcol non cambiano se ci riferiamo ai contesti sociali, ma per gli aspetti più intimi e personali si discosta molto rispetto al passato. Oggi il rapporto uomo-alcol si è privatizzato, ciò va visto nella relazione intima o nel rapporto oggettuale che l'uomo instaura e cerca nell'oggetto-alcol, trasformando l'alcol in un oggetto a cui chiedere, delegare, confidarsi, offrirsi e sacrificarsi.
Negli ultimi tempi si assiste ad un aumento di abuso di alcol tra gli adolescenti, infatti in Italia l'età media è di 12 anni e mezzo.
L'adolescenza è un periodo critico in cui può aumentare il rischio di abuso di alcol; il giovane è alla continua ricerca di novità, nuove sensazioni, stili di comportamento e il consumo di alcol può servire come strumento per avere e per trasmettere una nuova immagine di sé. Le caratteristiche più comuni, in questo periodo sono l'instabilità dell'umore, le preoccupazioni per l'aspetto fisico o per i problemi familiari e sentimentali, problematiche che possono far sentire l'adolescente nervoso, depresso, timido, sfiduciato e molto insicuro riguardo la propria personalità.
L'argine che può contenere questo grande fiume di emozioni è la famiglia, la quale deve offrire al proprio figlio un buon clima famigliare, un buon stile educativo e orientarlo verso i valori condivisi dai genitori, di modo che il giovane si possa misurare con il mondo esterno e ritornare a sentirsi al sicuro in casa, davanti a eventuali difficoltà.
In questa fase di crescita anche la scelta del gruppo di pari diventa un contesto significativo nel quale il giovane considera e riconsidera sé stesso in relazione all'alcol.
E' pertanto fondamentale che il giovane sia in grado di reagire alle pressioni esterne in modo ottimale, che sappia affrontare le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia verso sé stesso, gli altri e la comunità, evitando comportamenti negativi e a rischio come l'aggressività, la violenza, una bassa autostima, una personalità ansiosa o depressiva, l'assenza di una scala di valori adeguata, la sensazione di noia e di vacuità esistenziale.
Aguirre De Kot, nel suo progetto di prevenzione sull'alcol in adolescenza, parla di ¿abilità sociali¿, che il giovane deve aver appreso (dapprima dalla famiglia), per poter essere in grado di tollerare le frustrazioni e combattere le avversità fin dalla prima infanzia, evitando le esperienze capaci di incidere negativamente sulla fiducia in sé stesso. Tale progetto verte sull'insegnamento delle abilità nelle scuole attraverso la partecipazione a lezioni attive basate sull'esperienza. Con l'utilizzo di alcune tecniche si creano le condizioni per configurare il gruppo, attraverso il quale i ragazzi hanno la possibilità di conoscersi meglio, ampliare le loro relazioni, creare disinibizione, scoprendo le proprie potenzialità e le risorse collettive.
Usando queste tecniche di allenamento si ottiene che i giovani si sentano più forti e sviluppino la capacità di affrontare situazioni stressanti legate al consumo di alcol.