Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare l’evoluzione dello stile recitativo dell’attore napoletano Massimo Troisi utilizzando come chiave di lettura la categorizzazione proposta dal professor Claudio Vicentini nel manuale L’arte di guardare gli attori.
Il manuale divide il lavoro attoriale alla base della costruzione di un personaggio in due tipologie: la tecnica dell’imitazione e quella dell'immedesimazione. L’attore che costruisce la propria interpretazione seguendo l’approccio basato sull’immedesimazione dà vita ad un personaggio psicologicamente complesso, attraverso esercizi di memoria emotiva, stimolazione sensoriale e studio della storia del personaggio (i quali per intendersi prendono ad esempio il metodo Stanislavskij). L’attore che utilizza le tecniche dell’imitazione segue invece un processo inverso, partendo dalla costruzione delle caratteristiche fisiche e comportamentali del personaggio. Procedendo ad una graduale caratterizzazione fisica, la tecnica dell’imitazione dà vita solo successivamente a stati emotivi precisi, indicati e sottolineati dall'interprete con gesti e azioni chiari e definiti. Sulla base di queste premesse, la tesi si divide in quattro capitoli. I vari capitoli analizzano l’evoluzione dei personaggi troisiani in ordine cronologico, cercando di dimostrare come essi siano stati costruiti attraverso l’uso delle tecniche imitative. Nel primo capitolo viene analizzata l’esperienza di Massimo Troisi nel gruppo La Smorfia, con il quale ha iniziato la sua carriera nel cabaret e in televisione. E’ proprio con i personaggi degli sketch de La Smorfia che l’attore napoletano porta per la prima volta sul palcoscenico un “tipo scenico” che acquisisce alcuni elementi dal caratterista ed altri dalla macchietta, tenendo in considerazione l’eredità naturale che l’attore riceve dalla tradizione del teatro napoletano classico. Nel secondo capitolo viene analizzata la recitazione dell’attore nel periodo di passaggio dal teatro al cinema, con uno sguardo rivolto in particolare ai protagonisti dei primi due film, Ricomincio da tre e Scusate il ritardo, di cui Troisi è attore e regista. In particolare verranno presi in esame i caratteri che collocano i personaggi come frutto delle tecniche dell’imitazione: l’intelaiatura di sostegno del personaggio, l’uso del dialetto, il rapporto con gli oggetti e la possibile identificazione tra la persona Troisi e i suoi personaggi attraverso una lettura delle interviste fatte all’attore. Il secondo capitolo si conclude approfondendo la tematica della malattia, mentale e fisica, come tema ricorrente all’interno della filmografia di Massimo Troisi, chiedendosi se e come essa abbia influito sulla costruzione dei personaggi. Il terzo capitolo si pone l’obiettivo di analizzare l’evoluzione che i tipi-scenici ai quali Troisi ha dato vita nei suoi primi film subiscono con l’uscita dell’opera postuma Il postino. La recitazione dell’attore in questo film è maggiormente collocabile in una tipologia di lavoro basata sulle tecniche dell’immedesimazione. Vengono analizzate le caratteristiche che concorrono alla conferma di quest’ipotesi come la scomparsa del dialetto, l’evoluzione drammaturgica del protagonista, la relazione con gli altri personaggi e la scomparsa dell’intelaiatura di sostegno tipica dei personaggi troisiani.