Questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di mettere in risalto il ruolo della memoria e della sua trasmissione nel soddisfare il bisogno ancestrale dell’uomo di recuperare il proprio passato per attribuire significato e valore all’esperienza presente e futura. Nella prima parte dell’elaborato è stata approfondita e dimostrata la stretta connessione che intercorre tra storia e memoria nella costruzione dell’identità storico-culturale di ciascun individuo, attraverso l’analisi accurata di temi come la memoria collettiva, la memoria culturale e la costruzione delle tradizioni. Nella seconda parte dello studio è stato indagata la funzione pedagogica e formativa della memoria nella civiltà romana antica, operando una ricerca letteraria di tutte le opere orali e scritte più importanti nelle quali emergeva l’intenzione degli autori di raccontare la storia per trasmettere modelli culturali, esempi di comportamento, modi di pensare, valori e insegnamenti capaci di educere il buon cittadino e di contribuire allo sviluppo di una solida coscienza collettiva, fondamentale per rafforzare il senso di appartenenza e di identificazione nei confronti del gruppo di riferimento. Nella terza sezione si è voluto porre l’attenzione sull’aspetto narrativo della storia, in particolare è stato evidenziato il rapporto di complementarietà che lega la storia alla narrazione. Entrambe rispondono a due delle esigenze primordiali che caratterizzano l’esistenza umana: la necessità di raccontarsi dell’uomo unita al bisogno di ricordare e tramandare il passato e la Storia; passato e narrazione agiscono insieme nel duplice processo di costruzione narrativa del Sé e della collettività. Nella parte conclusiva dello scritto si è cercato di rispondere al perché è importante raccontare la storia ai bambini e quanto sia cruciale il primo incontro con essa, poiché in grado di favorire l’amore e la passione verso il passato e di stimolare in modo spontaneo lo sviluppo di una coscienza storica. L’insegnamento istituzionalizzato della disciplina storica si trova oggi ad affrontare una mancanza sempre più marcata di sensibilizzazione al tempo storico; fin da piccoli non si è più abituati a ascoltare, raccontare e riflettere su ciò che è passato in modo costruttivo. Attraverso la memoria familiare, e più precisamente con i racconti dei nonni, è possibile risvegliare un’idea di storia vicina al quotidiano che permetta ai giovani di ‘sentire’ e sperimentare la curiosità di sapere, scoprire e indagare il passato, divenendo consapevoli di farne parte. Ciò che risulta fondamentale ad oggi nella didattica della storia è portare il bambino ad agire in prima persona, come un piccolo storico che sa analizzare i documenti, interrogare le fonti, individuare gli elementi chiave e trovare le risposte per interpretare e saper dare significato ai contenuti storici. Si può affermare che nella scuola primaria non si tratta di insegnare la storia, come disciplina che prevede operazioni cognitive alte che nell’età minore sono ancora in via di costruzione, quanto piuttosto di educare al pensiero storico, cioè accompagnare lo sviluppo del bambino nella consapevolezza e nella comprensione via via sempre più completa delle forme e dei metodi della disciplina storica.