ITA
La fibrosi è un processo riparativo del tessuto spesso conseguente ad un insulto di tipo infiammatorio. Nel cuore, essa può essere distinta in 3 tipi istologici: endocardica, interstiziale e sostitutiva, nel caso in cui l’agente eziologico abbia determinato necrosi dei miocardiociti. L’osservazione di tali pattern in vivo può essere fatta mediante campioni bioptici, prelevati durante l’esecuzione di una biopsia endomiocardica (BEM). Nel cane, tale intervento ha ancora un uso abbastanza limitato: tuttavia, l’analisi istologica dei campioni prelevati permette di ottenere diverse informazioni, tra le quali è compresa l’identificazione di alcuni processi patologici come la miocardite. Essa è definita generalmente come un disordine infiammatorio del miocardio, frequentemente di natura infettiva, soprattutto virale: i virus maggiormente riscontrati nel cane sono Parvovirus, Herpesvirus, virus del cimurro, Adenovirus di tipo 1 e di tipo 2 e Coronavirus. Inoltre, recenti studi ipotizzano che alcuni biomarker ematici, come la troponina (nel cane, cTnI), possano essere utilizzati per diagnosticare la fibrosi cardiaca, in quanto rilasciati in seguito ad un danno miocardiocitario ed in grado di riportare informazioni sulla produzione di collagene e/o la secrezione di fattori regolatori della stessa o della maturazione del collagene. Lo scopo dello studio è stato riscontrare un’associazione tra i 3 pattern istologici di fibrosi cardiaca e la presenza del genoma dei virus; inoltre, si è cercato di identificare la presenza di un’associazione tra la presenza di fibrosi sostitutiva e l’innalzamento dei livelli di troponina ematica (cTnI). Pertanto, il presente studio ha preso in analisi 47 cani sottoposti a BEM tra gennaio 2013 e dicembre 2022 presso la clinica veterinaria Malpensa. Al momento della presa in carico da parte della struttura operante, si è raccolto 1 ml di sangue per la valutazione dei livelli di cTnI ematica mediante test IDEXX. I campioni bioptici sono stati suddivisi in due gruppi: quelli destinati all’esame istologico sono stati posti in formalina, successivamente trasferiti in paraffina, sezionati al microtomo, posti su vetrini e colorati mediante colorazioni istologiche; gli altri sono stati congelati a -80° e destinati all’esame molecolare. I dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistica. Il tipo di fibrosi endocardica è stato riscontrato nel 47% dei casi, l’interstiziale nel 55% e la sostitutiva nel 34%. Il 47% dei casi è risultato negativo all’esame molecolare, mentre la positività per un singolo virus è stata del 2% per cHV e cAV-1, 4% per cAV-2, 7% per cCoV e 15% per cDV e cPV; Bartonella è stata riscontrata nell’11% dei casi. Non si è riscontrata nessuna associazione statisticamente significativa tra la presenza di un virus e quella di un tipo di fibrosi, ma maggiori ricerche dovrebbero essere condotte utilizzando un numero maggiore di soggetti e campionamenti ripetuti per valutare l’evoluzione del processo fibrotico associato all’infezione virale. Solo nel 63% dei soggetti con fibrosi sostitutiva è stata misurata cTnI, che è risultata superiore ai limiti previsti nel 90% dei casi: tuttavia, lo scarso numero dei campioni e l’assenza di misurazioni continue che permettessero la creazione di una curva della variazione dei livelli ha impedito di correlare questi ultimi con la presenza del tipo sostitutivo di fibrosi cardiaca.
IMPORT DA TESIONLINE