Questa tesi propone una lettura dello sviluppo della teoria della storia di Karl Marx a partire dalla figura dell'anacronismo. L'analisi dei diversi riferimenti di Marx agli anacronismi che intervengono nello sviluppo storico come arcaismi, residui del passato o ancora come effetti di non-contemporanietà tra i vari livelli della vita sociale permette di mettere al vaglio l'ipotesi della compresenza, nella teoria marxiana, di una visione progressiva e di una concezione multilineare del tempo storico.
La tesi si sviluppa su tre capitoli. Il primo capitolo analizza i testi sull'anacronismo della Germania contenuti negli "Annali franco-tedeschi", la visione dello sviluppo storico come processo guidato dalla contraddizione tra forze produttive e rapporti sociali nell'"Ideologia tedesca" e la storia come storia di lotte di classe per come è esposta da Marx ed Engels nel "Manifesto".
Nel secondo capitolo, ci si concentra sul "18 brumaio di Luigi Bonaparte": si tratta di un'opera in cui Marx è costretto a ripensare la concezione materialistica della storia alla luce degli esiti negativi della stagione rivoluzionaria del 1848, e in particolare alla luce del colpo di Stato francese e delle dinamiche impure di classe che emergono in questo contesto storico.
Nel terzo capitolo, si analizzano le elaborazioni marxiane relative alle società precapitalistiche e alle società non occidentali, facendo riferimento in particolare agli articoli sulla colonizzazione inglese dell' India, pubblicati sul "New York Daily Tribune", ai "Grundrisse" e alle lettere di Marx a Vera Zasulic. Lo sguardo rivolto alle colonie permette di comprendere la compenetrazione e l'integrazione di forme apparentemente arcaiche di dominazione sociale e delle forme più moderne di dominio capitalisitico. La riflessione sulle società non occidentali permette invece di studiare il rapporto tra dispotismo e comune rurale come un arcaismo che può riproporsi nel mondo moderno. Infine, le riflessioni sulla comune russa e la rivoluzione russa aprono lo sguardo sulle possibilità di rompere il legame tra comunità arcaica e dispotismo statale, sconfessando l'idea di una marcia a tappe forzate verso il progresso che passi necessariamente per la fase capitalistica.