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Il concetto di voto, nel corso della storia, è stato percepito e interpretato in modo diverso: si è passato dal considerarlo un diritto fondamentale dell'uomo e del cittadino, grazie alla Rivoluzione francese; si è approdati alla percezione del voto come funzione pubblica con John Stuart Mill ¿ per il quale è necessario il suffragio universale e si giunti con Mosca alla concezione del voto come funzione pubblica conferita ai soli capaci ¿ per il quale quindi è necessario un suffragio ristretto. Dopo la parentesi ventennale fascista, nella quale le elezioni vengono considerate semplici ¿ludi cartacei¿, il voto ritorna ad essere considerato un aspetto importante della politica all'indomani della fine della seconda guerra mondiale: viene percepito come un dovere da svolgere. Questa concezione muta negli anni '70 con la nascita dell'idea che l'astensione possa essere considerato come una forma di espressione della propria volontà e si modifica, verso la fine del secolo, con l'opinione che il voto possa essere considerato un'opzione esercitabile a seconda delle circostanze. Questo excursus storico fa comprendere come il concetto di voto sia stato percepito in modo sempre diverso a seconda del contesto di riferimento. Esso si inserisce a metà tra il concetto di cittadinanza e quello di partecipazione politica e, per entrambi, risulta essere un problema molto attuale: dal lato della cittadinanza per quanto riguarda il voto degli stranieri, dal lato della partecipazione politica per quanto riguarda le nuove forme di partecipazione che stanno rimpiazzando quelle più tradizionali come il voto. Alla luce di quest'idea si pone il seguente problema: la percezione del voto ¿ poiché alcuni importanti studi, come quello di Sani, sono stati svolti all'inizio del nuovo millennio ¿ si è modificata in seguito al cambiamento delle circostanze strutturali nell'ultimo decennio (crisi economica, comparsa di movimenti anti-politici,¿ )? Per indagare questo tema, è necessario comprendere il tipo di rapporto che si sta delineando tra politica e cittadini e quale relazione si instaura tra essi. Per questo scopo verranno utilizzati due strumenti empirici: i questionari e le interviste qualitative. Con i dati ottenuti, sarà possibile approfondire meglio le motivazioni che stanno alla base dell'astensionismo degli elettori che, in generale, sono: perché non possono, perché non vogliono, perché nessuno li chiama e, infine, perché si percepisce la scarsa efficacia della propria partecipazione. I dati ottenuti serviranno a misurare in maniera oggettiva ¿ per quanto possibile ¿ come e quanto queste motivazioni influenzano la percezione del voto da parte dei cittadini e l'astensionismo. I soggetti che verranno studiati ed intervistati faranno parte della parte più giovane della società, cioè dai 18 ai 23 anni.
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