ITA
Giuseppe Ungaretti scrisse in un modo molto personale su temi che colpiscono i suoi lettori. La sua poeticità, il suo stile frammentato, il suo interesse per i paesaggi fanno di questo scrittore una figura importante della letteratura italiana del XX secolo. Tradurre dei testi così costrutti, con una forma tanto significativa quanto il contenuto del testo, non sembra facile. La traduzione in sé è già un esercizio che pone molte domande, ma permette un incontro culturale, ed è diventato oggi indispensabile nel nostro mondo globalizzato. In questa tesi, vedremo che la traduzione della poetica ungarettiana può essere concepita in diversi modi. Nel primo capitolo, faremo una presentazione generale di Giuseppe Ungaretti e dei traduttori di cui analizzeremo il lavoro, e vedremo come la loro vita personale, le loro esperienze, e il loro rapporto alle lingue e alla letteratura influenzano le loro traduzioni. Nel secondo capitolo, esamineremo le sfide della traduzione e vedremo che c'è un'influenza molto importante tra la traduzione e le culture e che non esiste un modo giusto di tradure, ma che dipende del traduttore, della sua percezione, e del suo impegno personale. Analizzeremo più in dettaglio la complessità della traduzione di testi poetici, che deve trovare l'equilibrio tra contenuto, sentimenti, forma, e ritmica. Ci interesseremo anche all'autotraduzione che risulta essere uno strumento utile per capire le differenze e le somiglianze dell'autore e del traduttore che condividono una relazione stretta. Nel terzo capitolo, analizzeremo l'autotraduzione di “Appunti per una poesia”, e vedremo che Ungaretti, anche se è bilingue, non ha lo stesso rapporto con l'italiano o il francese. Poi, esamineremo la traduzione collaborativa intorno alla poesia “Gridasti: soffoco” e ci renderemo conto che la condivisione d'idee di traduzione e una riflessione lunga possono avere un'influenza sul testo originale. Questa parte metterà in luce che oggi, la traduzione non è più solo un ponte tra due lingue, ma che serve di strumento comunicativo nel nostro mondo globalizzato Nel quarto capitolo, paragoneremo i diversi metodi dei traduttori attraverso l'analisi di traduzioni francesi di alcune poesie di Ungaretti. Vedremo le peculiarità di ogni traduttore, e concluderemo che siccome ogni traduttore pone uno scopo diverso al suo lavoro, e ha una sensibilità e delle esperienze personali per forza diversi, non esiste un buon metodo di traduzione specifico. Ogni traduttore ha un modo proprio di tradurre, e è questa diversità di possibilità che rende il lavoro di traduzione così interessante. Le sfumature personali dei traduttori permettono una creazione culturale infinita. (1) Giuseppe Ungaretti, "Appunti per una poesia - Notes pour une poésie, à Léon-Paul Fargue", in "Commerce", Cahiers Trimestriels n°XII, été 1927. (2) Giuseppe Ungaretti, "Un grido e paesaggi", Schwarz, Milano, 1952.
Giuseppe Ungaretti écrivait d'une manière très personnelle sur des thèmes qui touchent ses lecteurs. Sa poéticité, son style fragmenté, son intérêt pour les paysages font de cet écrivain une figure importante de la littérature italienne du vingtième siècle. Traduire des textes aussi travaillés, avec une forme aussi significative que le fond du texte, ne semble pas facile. La traduction en soi est déjà un exercice qui pose beaucoup de questions, mais elle permet une rencontre culturelle, elle est devenue aujourd'hui indispensable à notre monde globalisé. Dans cette dissertation, nous verrons que la traduction de la poésie d'Ungaretti peut être abordée de différentes manières. Dans le premier chapitre, nous ferons une présentation générale de Giuseppe Ungaretti et des traducteurs desquels nous analyserons le travail, et nous verrons comment leur vie personnelle, leur expériences, e leur rapport aux langues et à la littérature influencent leurs traductions. Dans le second chapitre, nous examinerons les enjeux de la traduction et nous verrons qu'il y a une influence très importante entre la traduction et les cultures, et qu'il n'existe pas une manière correcte de traduire, mais que cela dépend du traducteur, de sa perception, e de son implication personnelle. Nous analyserons plus en détail la complexité de la traduction des textes poétiques, qui doit trouver son équilibre entre le fond, les sentiments, la forme, e la rythmique. Nous nous intéresserons également à l'autotraduction qui se trouve être un instrument utile pour comprendre les différences et les ressemblances de l'auteur et du traducteur, qui partagent une relation particulière. Dans le troisième chapitre, nous analyserons l'autotraduction de « Appunti per una poesia », et nous verrons que Ungaretti, même s'il est bilingue, n'a pas le même rapport avec l'italien ou le français. Ensuite, nous examinerons la traduction collaborative autour de « Gridasti: soffoco » et nous nous rendrons compte que le partage d'idées de traduction et la réflexion à long terme peuvent avoir une influence sur le texte original. Cette partie mettra en lumière qu'aujourd'hui, la traduction n'est plus seulement un pont entre deux langues, mais que s'est un instrument communicatif dans notre monde globalisé. Dans le quatrième chapitre, nous comparerons les différentes méthodes des traducteurs à travers l'analyse de traductions françaises de quelques poèmes de Ungaretti. Nous verrons les spécificités de chaque traducteur, e nous en conclurons que comme chaque traducteur a un objectif différent dans son travail de traduction, et que chacun a une sensibilité et des expériences personnelles différentes, il n'existe pas une bonne méthode de traduction spécifique. Chaque traducteur a une méthode de traduction, et c'est cette diversité de possibilités qui rend le travail de traduction aussi intéressant. Les nuances personnelles des traducteurs permettent une créations culturelle infinie. (1) Giuseppe Ungaretti, "Appunti per una poesia - Notes pour une poésie, à Léon-Paul Fargue", in "Commerce", Cahiers Trimestriels n°XII, été 1927. (2) Giuseppe Ungaretti, "Un grido e paesaggi", Schwarz, Milano, 1952.
IMPORT DA TESIONLINE